La via nuova e antica dei santi

Continua il viaggio nella storia della casa editrice Città Nuova in occasione del cinquantesimo con le prime vite dei santi scritte da Gino Lubich.
Vita papa Giovanni

Nei primi anni Sessanta la nascente casa editrice Città Nuova andava acquisendo una sua fisionomia sia da un punto di vista editoriale che culturale; un processo che però andava di pari passo con le esperienze di vita vissuta sperimentate in quegli stessi anni dal Movimento dei focolari. Ecco perché attingere alle fonti degli scritti e delle vite dei santi divenne una tappa diremmo quasi obbligata per capire come la vita umana in ogni tempo si possa trasformare, semplicemente aderendo alla realtà evangelica: ieri come oggi.

 

Fu Gino Lubich – fratello di Chiara e già firma eccellente del quotidiano l’Unità – a stilare i primi profili biografici di santi per la rivista, molto spesso sotto lo pseudonimo di Sergio C. Lorit, con un linguaggio da reporter che nulla aveva a che vedere con quelle agiografie atte a staticizzare una vita in un’aurea di perenne santità dalla nascita alla morte. Un’occasione propizia che corrispondeva ad una suo lontano e personalissimo desiderio «di liberare almeno qualcuno dei giganti del cristianesimo dai fondali oleografici su cui… vennero e vengono dipinti. Figure rarefatte dai volti diafani, sguardi patetici rivolti all’insù e piedi sfioranti nuvolette di candida bambagia… esseri disumanati, assolutamente estranei al comune modo di pensare, troppo alti e troppo eterei perché l’uomo della strada possa ancora sentirli come creature umane e amarli come fratelli».

 

«Uomini come me e come noi tutti – proseguiva Gino − anch’essi tentati dai nostri stessi turbamenti, anch’essi soggetti alle nostre stesse grane; individui genuini, spontanei, pratici, umanissimi, col paradiso nel cuore, ma con i piedi piantati per terra».

 

Come già era avvenuto per Meditazioni, anche quelle biografie apparse dapprima sulla rivista, vennero presto date  alle stampe. La prima fu La vita raccontata di Papa Giovanni Roncalli con ben 300 mila copie vendute. Seguirono altri profili biografici che andarono a costituire il primo nucleo della futura collana Vite dei santi; prime pagine straordinarie di chi iniziò a scrivere da giornalista, quale era Gino Lubich, «le avventure di qualche santo anziché le disavventure d’una Liz Taylor o i melanconici ricordi di un pezzo grosso a riposo».

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