La Terra è in riserva

Già consumate le risorse di tutto il 2013. L’uomo sfrutta madre natura come se avesse a disposizione un pianeta e mezzo. Conviene partire per Marte?
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Da martedì 20 agosto la Terra è in rosso, cioè ha consumato le risorse annuali che riesce a rigenerare. Questo vuol dire che dal 20 agosto e fino al 31 dicembre ‘siamo in riserva’. In poco meno di otto mesi sono stati consumati cibo (vegetale e animale), acqua e materie prime che sarebbero dovuti bastare fino a dicembre, immettendo nell’ambiente una quantità di rifiuti e inquinanti superiore alla capacità di smaltimento del pianeta.

La stima è del Global footprint network, un’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di ricerca sulla sostenibilità ambientale con collaboratori sparsi tra Stati Uniti, Australia, Europa e Giappone. Ogni anno indica il raggiungimento dell’Earth Overshoot Day. Quest’anno la data è ulteriormente anticipata di due giorni rispetto al 2012, cioè il 20 agosto. Nel 2011, grazie soprattutto alla crisi economica globale, fu il 27 settembre, nel 1993 cadde il 21 ottobre.

“Stiamo vivendo oltre il limite – afferma l’ong –, e dal 20 agosto preleviamo risorse future e accumuliamo anidride carbonica in atmosfera”. Anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, in un tweet ha voluto ricordare la giornata: “Non possiamo continuare a essere debitori di risorse. Rispondiamo con rigenerazione, riciclo, differenziata”.

Il giorno del superamento si ottiene confrontando le risorse terrestri con il consumo che ne viene fatto, utilizzando la seguente equazione: (capacità biologica mondiale/consumo ecologico mondiale) moltiplicato per 365. Entro la fine dell’anno, quindi, nel mondo verranno usate più risorse di quante potremmo permetterci, equivalenti a quelle di 1,5 pianeti terra. Se continuiamo così nel 2050 avremo bisogno di più di due pianeti… ma dove la troviamo un’altra Terra?

C’è chi consuma meno, ma anche chi consuma molto di più. Negli Stati Uniti ad esempio si consuma come se si avessero a disposizione 4 pianeti, e in Qatar addirittura sei pianeti e mezzo. In Cina, strano ma vero, solo l’1,2, anche se l'impronta ecologica cinese è la più pesante del pianeta. In Italia invece quattro volte in più di quanto il Belpaese è in grado di rigenerare. Il primato assoluto (in negativo) lo conquista comunque il Giappone, che brucia 7,1 volte le proprie risorse.

“Negli anni Settanta è iniziato il debito energetico – afferma l’Ong -. Durante i secoli l’umanità ha usato le risorse naturali per costruire città e strade, produrre il cibo e creare prodotti, ad un tasso all’interno del budget della Terra. Ma a partire dalla metà degli anni settanta, abbiamo superato la soglia critica: il fabbisogno umano ha cominciato a superare quello che il pianeta poteva produrre”.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. L'indebitamento energetico infatti causa i cambiamenti climatici. "Il cambiamento climatico, conseguente all'emissione di gas climalteranti, sempre più veloce della capacità di assorbimento di foreste ed oceani – scrive il Global footprint network -, è il risultato più evidente e probabilmente il più preoccupante. Ma ne esistono altri, come la riduzione delle foreste, la perdita delle specie viventi, il collasso della pesca e i prezzi sempre più alti delle materie prime".

E allora che fare? Bisogna attendere un’altra crisi economica globale, come nel 2011? Certo che no. Ma governi, politici e amministratori dovrebbero fare un’attenta analisi dei dati, incominciando da subito a fare un inversione di rotta verso politiche più attente al fabbisogno energetico e alle materie che ci dona il pianeta Terra.

Altrimenti? Altrimenti è meglio fare le valigie e, come ha scritto di recente il Financial Times, seguire (per chi se lo può permettere) il progetto di Elon Musk, imprenditore multimilionario sudafricano, cofondatore di Paypal, SpaceX e Tesla. Il signor Musk è promotore del progetto per colonizzare Marte con 100 mila volontari che partiranno, si stima, nel 2024 con viaggio di sola andata. “Oramai la terra è compromessa e lasciarla, emigrando su altri pianeti, è l’unica soluzione possibile per evitare l’estinzione”, ha detto nei mesi scorsi motivando la sua futuristica missione.

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