La strana (e bella) storia del governatore Stasser

L’uomo politico pakistano assassinato perché voleva la difesa dei diritti di tutti, cristiani compresi.
pakistan

Spesso si afferma che nei media non c’è spazio per le notizie positive. È pur vero il contrario quando, in un periodo colmo di confusione e disordine planetario, anche le notizie cosiddette negative o almeno che raccontano di morte, non trovano sufficiente spazio. Non sappiamo e forse non interessa, come mai la notizia dell’assassinio di Salman Taseer, seguace di Benazir Bhutto, governatore del Punjab, avvenuto a Islamabad per mano della sua stessa guardia del corpo, sia passata pressoché sotto silenzio.

 

Eppure, pur parlando di dolore e di morte, la notizia appartiene a quel piccolo, fragile e spesso inosservato nuovo che avanza, inesorabile ed alterno fenomeno che ridà fiato e respiro ad un mondo a piena insufficienza respiratoria ed intende traghettarlo verso la fraternità universale.

 

Il governatore Taseer aveva il “torto” di aver preso le difese di tanta gente minacciata nella propria libertà di religione e di opinione, tra cui Asia Bibi, la donna cristiana della sua stessa regione, madre di cinque figlicondannata a morte e divenuta ormai, suo malgrado, uno dei simboli della libertà religiosa contro l’intolleranza e la persecuzione, un po’ dovunque nel mondo. Egli aveva chiesto la sua grazia, così come quella di tanti altri vittime della legge contro la bestemmia, che secondo lui doveva essere abolita.

 

Il fatto che persone di fede islamica continuino concretamente a porsi contro l’intolleranza, basti pensare a coloro che, musulmani, si sono posti a difesa, a mò di scudi umani, in Egitto per far celebrare il Natale Copto, invita ad accostarsi al mondo islamico e a tutte le religioni, con maggiore obiettività e saggezza.

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