La ricerca di Padre Joe

Il Movimento dei Focolari è arrivato a Chicago (Stati Uniti) grazie a Padre Joe Scopa, che incontrò Chiara Lubich nel 1955. Il Vangelo vissuto è stato la scintilla che ha acceso la città e tutto il Midwest.

«Ma il Vangelo è davvero fatto per essere vissuto anche da noi?» Padre Joe Scopa, un sacerdote scalabriniano di Chicago, si sentiva spesso rivolgere questa domanda dai partecipanti alla catechesi per adulti, da lui tenuta all’inizio degli anni cinquanta. Era convinto che ciascuno di noi è chiamato a seguire Gesù, ma nel periodo antecedente al Concilio Vaticano II sembrava che le Scritture fossero proprietà esclusiva del clero. Cercando una risposta nella preghiera, Padre Joe iniziò un percorso che lo avrebbe alla fine portato alla spiritualità dell’unità e al Movimento dei Focolari. Le esperienze vissute da quel gruppo furono i semi del futuro Movimento nel Midwest degli Stati Uniti.

 

Tutto iniziò quando Padre Joe venne ordinato sacerdote. Notò presto come gli adulti che si professavano cattolici spesso non conoscessero la loro religione, e iniziò un percorso di catechesi per loro nonostante lo scarso sostegno dei confratelli. Il primo anno vi parteciparono sessanta persone. Leggendo pagina per pagina il Vangelo di Matteo, si chiedevano come metterlo in pratica nella vita di ogni giorno. Di fronte al discorso della montagna erano dubbiosi: «Davvero Gesù si aspetta che viviamo così? Dev’essere valido solo per i preti e per le suore…». «Ma Gesù stava parlando alla folla», obiettava Padre Joe. Quando il Vangelo parlava di amare i nemici, il gruppo si chiedeva: «Ma esiste un posto dove la gente vive così?». Padre Joe non riusciva a togliersi dalla testa questa domanda.

 

Nel 1955 Padre Joe ricevette dalla sua congregazione il permesso di visitare le varie sedi dei padri scalabriniani in Europa. Sperava di riuscire ad andare anche in Terra Santa, convinto che lì avrebbe trovato le risposte che cercava. Ma quando giunse a Villabassa, nel nord Italia, il suo superiore gli negò l’autorizzazione. Fu un duro colpo.

 

La sera stessa cenò con un sacerdote che non aveva mai incontrato prima. Gli disse che stava per andare in montagna a visitare degli amici. «È gente di Trento e dintorni che vive il Vangelo – spiegò – gente normale: operai, medici, avvocati, contadini. Un po’ di tutto. Ci sono anche sacerdoti e religiosi. Sono lì tutti insieme e vivono secondo il Vangelo». «Ecco perché sono qui!» pensò Padre Joe.

 

Nella prima Mariapoli a Fiera di Primiero trovò una splendida atmosfera d’amore. Venne a sapere come era nato il Movimento dei Focolari, e rimase sorpreso di come riuscissero a prendere un passo del Vangelo e metterlo in pratica. Durante quei nove giorni accaddero molte cose che lo meravigliarono. Scoprì che il letto su cui dormiva gli era stato lasciato da un medico, che aveva accettato di dormire su un tavolo. Incontrò Chiara Lubich e le sue prime compagne. «Sono certo – affermerà poi Padre Joe – che fu per questo che Dio non mi mandò in Terra Santa, ma a Fiera di Primiero. Lì era la mia risposta». Rimase stupito di come la gente qualunque vivesse il Vangelo, e si domandò se e come continuassero a farlo anche una volta tornati a casa. Visitò diverse famiglie e focolari a Trento, Torino, Parma e Roma, e vi trovò lo stesso spirito della Mariapoli.

 

Prima di tornare negli Stati Uniti andò a salutare Chiara. Lei gli raccomandò di non preoccuparsi di fare pubblicità al Movimento, ma di fare in modo che gli altri vedessero il suo esempio. Promise anche che avrebbe presto mandato delle focolarine in America.

 

Tornato alla sua parrocchia, Padre Joe ricominciò la catechesi per adulti con 120 persone. Era certo che la cosa importante fosse leggere il Vangelo, pregare e vivere lo spirito dell’unità senza menzionare il Movimento dei Focolari. Nel 1957 sedici giovani e quattro coppie espressero il desiderio di vivere più intensamente secondo questo spirito. Padre Joe fondò così con loro il Gruppo dell’Ideale dell’Amore Cristiano e dell’Unità (ICLU) e raccontò di ciò che aveva visto in Italia. Il piccolo gruppo diventò man mano più numeroso, cambiando la vita di molte persone.

 

Nel 1960 Padre Joe venne trasferito a Vancouver, in Canada. L’ICLU di Chicago andò avanti, anche grazie a delle audiocassette che lui mandava loro. Nel 1964, di ritorno negli Stati Uniti, Padre Joe organizzò il viaggio di alcune focolarine a Chicago perché incontrassero il gruppo. «L’incontro fu significativo – ricorda Margie Varassi di Chicago – perché avevamo iniziato a vivere il Vangelo, non soltanto a studiarlo e discuterlo. Rimasi colpita dal loro amore reciproco, e dalla presenza di Gesù in mezzo a loro».

 

Sharry Silvi fu una delle prime focolarine ad arrivare a Chicago. Graziella De Luca, una delle prime compagne di Chiara, visitò più volte la città. «Era così carica e determinata di fronte alle difficoltà» scriveva Sharry. «Tramite Padre Joe incontrammo un gruppo di giovani, e io feci da interprete a Graziella. A volte mi sembrava che venissimo da un altro pianeta, ma non era così. Soltanto il desiderio di vivere il Vangelo nel nostro piccolo era nuovo».

 

«Mi resi conto che questa era la mia famiglia – ricorda Alice Sopala – sebbene non avessi mai voluto unirmi ad un gruppo o ad un movimento. Quando, tempo dopo, conobbi Chiara di persona, ebbi la sensazione di averla già incontrata in tutte quelle persone che vivevano lo spirito dell’unità».

 

«Quando nel 1967 Graziella invitò me e mia moglie Rose ad andare in Italia – ricorda Howard Belcher – Chiara fondò il Movimento Famiglie Nuove. Al nostro ritorno, sebbene ci sentissimo inadeguati, iniziammo ad invitare le persone agli incontri. In poco tempo avevamo dalle otto alle dieci coppie ogni due settimane». Il gruppo crebbe velocemente, fino a raggiungere le 250 persone.

 

Da allora questa vita si è diffusa a Chicago e in tutto il Midwest. Lena Mengino di Everett, cittadina del Massachusetts dove Padre Joe è stato in seguito trasferito, afferma: «Ha portato una nuova vita alla parrocchia. Insisteva con pazienza nel ricordarci come tutti fossimo chiamati ad essere santi». Fu lui ad introdurre la spiritualità dell’unità nell’area di Boston.

 

Padre Joe vive ora in una comunità scalabrinese nel Rhode Island, ed ha recentemente iniziato a tenere incontri di approfondimento biblico in una casa di riposo. «Lo faccio per Gesù – dice – altrimenti non avrebbe alcun senso».

 

 

Padre Tom Ess, OFM e Clare Zanzucchi

 

con la collaborazione di Jade Giacobbe

 

(trad. Chiara Andreola)

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