La nuova Commissione europea ai nastri di partenza

Ursula von der Leyen ha presentato i membri della nuova Commissione europea, con un programma ambizioso ma anche accontentando le richieste degli Stati membri principali.

La Commissione europea, presieduta da Ursula von der Leyen, che ha ottenuto la fiducia del Parlamento europeo, prende forma con la nomina dei nuovi commissari, chiamati a sviluppare nei prossimi cinque anni un ambizioso programma per l’Unione Europea (Ue). I punti principali sono il multilateralismo nelle relazioni internazionali, il commercio libero e giusto, il salario minimo europeo, un sussidio di disoccupazione europeo, lo sviluppo sostenibile di un’Europa che diventi il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, la riforma delle istituzioni, un nuovo patto su migrazione e asilo ed una riforma del trattato di Dublino. L’Europa intende accreditarsi come guardiana del multilateralismo, rilanciando la partnership con gli Stati Uniti, ridefinendo la propria posizione con una Cina sempre più aggressiva e diventando un vicino responsabile, innanzitutto con l’Africa.

Belgium Europe New Commission

Ursula von der Leyen, nel delineare il suo programma, ha fatto riferimento anche ad un’economia che lavora per le persone, alla protezione dello stile di vita europeo, ad un’Europa più forte nel mondo e ad un nuovo slancio per la democrazia europea. Ebbene, questi punti, sebbene ambiziosi, sono quasi una naturale proiezione dell’Ue, che resta un caso unico di cooperazione e benessere nel mondo. Infatti, se guardiamo attorno a noi, osserviamo che molti Paesi stanno subendo una regressione  verso forme o pratiche di governo illiberali: pensiamo alla Russia, alla Cina, al Brasile, persino agli Stati Uniti d’America. Questi, una volta strenui promotori dell’integrazione europea, sono oggi disinteressati se non apertamente contrari allo sviluppo dell’Ue. Restano il Canada e il Giappone, ormai, i due principali alleati geopolitici dell’Europa.

Von der Leyen, è un onore succedere a Juncker

La nomina di Paolo Gentiloni a commissario agli Affari economici è un’ottima notizia per l’Italia. Infatti, von der Leyen è stata eletta anche grazie ai voti del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle che, evidentemente, ha riconosciuto il contributo italiano con l’assegnazione di un portafoglio importante nella sua squadra. D’altronde, Gentiloni è comunque stimato per i suoi modi e la sua competenza ed aveva tutte le carte in regola per ricoprire l’incarico che, tra l’altro prevede la vigilanza sulle finanze pubbliche degli Stati membri, il rispetto del Patto di stabilità e crescita e, di conseguenza, la definizione dei meccanismi che possono essere attivati in caso un Paese non rispetti i molteplici parametri previsti. Toccherà a Gentiloni, quindi, supervisionare la bozza di legge di bilancio che l’Italia dovrà presentare entro metà ottobre, all’interno del ciclo di programmazione del Semestre europeo. Il dato politico per il nostro Paese, dopo l’asprezza degli ultimi tempi, è rappresentato da una ritrovata sintonia e fiducia con le istituzioni europee.

Ursula von der Leyen

La nuova Commissione europea avrà otto vicepresidenti, responsabili delle principali priorità enunciate negli orientamenti politici, tra i quali riveste un ruolo significativo l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera e la politica di sicurezza, lo spagnolo Josep Borrell, che lascia l’incarico di attuale ministro spagnolo degli Affari esteri. Osservare i vari portafogli è utile per comprendere le priorità della nuova Commissione europea ed il peso politico dei vari Stati membri.

Il vicepresidente esecutivo Frans Timmermans (Paesi Bassi) coordinerà le attività per l’Europa verde e gestirà la politica di azione per il clima. La vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager (Danimarca) coordinerà l’intera agenda per l’Europa digitale e sarà Commissaria per la Concorrenza. Il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis (Lettonia) coordinerà le attività per un’economia al servizio delle persone e sarà Commissario per i Servizi finanziari. Věra Jourová (Repubblica ceca), già commissario con Juncker, si occuperà di Valori e trasparenza. Margaritis Schinas (Grecia), già membro del Parlamento europeo e funzionaria nella Commissione europea, ha ricevuto la delega a Proteggere il nostro stile di vita europeo. Maroš Šefčovič (Slovacchia), già vicepresidente nella Commissione Juncker si occuperà di Relazioni interistituzionali e prospettive strategiche. Dubravka Šuica (Croazia), già membro del Parlamento europeo, si occuperà di Democrazia e demografia, oltre guidare le attività della Commissione europea nell’ambito della conferenza sul futuro dell’Europa.

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Johannes Hahn (Austria) si occuperà di Bilancio e amministrazione. Didier Reynders (Belgio), avvocato di professione, già ministro delle Finanze, ministro degli Affari esteri ed europei e ministro della Difesa, sarà responsabile della Giustizia. Mariya Gabriel (Bulgaria), membro della Commissione uscente, avrà il portafoglio Innovazione e gioventù. Stella Kyriakides (Cipro) è una psicologa medica con esperienza pluriennale nel campo degli affari sociali, della salute e della prevenzione del cancro. Guiderà il portafoglio della Salute. Kadri Simson (Estonia) è membro del Parlamento estone da lungo tempo e ministra degli Affari economici e delle infrastrutture; sarà responsabile del portafoglio Energia. Jutta Urpilainen (Finlandia) è stata ministro delle Finanze e membro della Commissione per gli affari esteri del Parlamento finlandese, ma ha anche lavorato come inviata speciale in Etiopia; non a caso si occuperà dei Partenariati internazionali. Sylvie Goulard (Francia), già deputata del Parlamento europeo, avrà la delega al Mercato interno, politica industriale e mercato unico digitale. Sarà inoltre responsabile della nuova direzione generale dell’Industria della difesa e dello spazio. László Trócsányi (Ungheria), già ministro della Giustizia, si occuperà di Vicinato e allargamento. Phil Hogan (Irlanda), attualmente Commissario per l’Agricoltura, nella nuova Commissione avrà il portafoglio del Commercio. Virginijus Sinkevičius (Lituania), ministro lituano dell’Economia e dell’innovazione sarà responsabile di Ambiente e oceani. Nicolas Schmit (Lussemburgo), già membro del Parlamento europeo e ministro dell’Occupazione e del lavoro del Lussemburgo, sarà responsabile del portafoglio Lavoro. Helena Dalli (Malta), già ministro per il Dialogo sociale, gli affari dei consumatori e le libertà civili e di ministro per gli Affari europei e l’uguaglianza, guiderà il portafoglio Uguaglianza. Janusz Wojciechowski (Polonia), a lungo deputato del Parlamento europeo nella commissione Agricoltura e attualmente membro della Corte dei conti europea, si occuperà del portafoglio Agricoltura. Elisa Ferreira (Portogallo), attualmente vicegovernatrice del Banco de Portugal e deputata del Parlamento europeo, nonché ministro per la Pianificazione e ministra dell’Ambiente, si occuperà di Coesione e riforme. Rovana Plumb (Romania), deputata del Parlamento europeo e già ministro dell’Ambiente e dei cambiamenti climatici, ministro del Lavoro, ministro per i Fondi europei, ministro dell’Istruzione e ministro dei Trasporti della Romania, riceverà il portafoglio dei Trasporti. Janez Lenarčič (Slovenia), un diplomatico sloveno, sarà responsabile del portafoglio Gestione delle crisi. Ylva Johansson (Svezia), ministro del Lavoro, già ministro della Scuola e ministro della salute e dell’assistenza agli anziani e membro del parlamento svedese, guiderà il portafoglio degli Affari interni. Il commissario britannico non è stato nominato ma, se il Regno Unito non lasciasse l’Ue il 31 ottobre, potrebbe chiedere di diritto di nominare un proprio commissario.

Nelle prossime settimane il Parlamento europeo dovrà approvare l’intero collegio dei commissari, ma solo dopo che le commissioni parlamentari avranno proceduto, per competenza, alle audizioni dei commissari designati, come previsto dal regolamento interno del Parlamento europeo. Solo dopo l’approvazione del Parlamento europeo, il Consiglio europeo nominerà ufficialmente la nuova Commissione europea.

I maggiori Paesi europei possono dirsi soddisfatti delle nomine nella Commissione europea. La Germania si è assicurata la presidenza della Commissione europea, dopo una trattativa più ampia che ha portato all’attribuzione alla Francia della presidenza della Banca centrale europea con Christine Lagarde e ad un commissario con deleghe importanti (come le nuove competenze su Difesa e Spazio), al Belgio della presidenza del Consiglio europeo a Charles Michel, alla Spagna dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, all’Italia del commissario agli Affari economici nonché l’elezione di David Sassoli alle presidenza del Parlamento europeo, elezione non scontata sia per gli equilibri numerici tra le varie famiglie politiche nell’assemblea di Strasburgo che per il fatto che anche Antonio Tajani, il precedente presidente, era italiano. Infine, dal Portogallo, Mario Centeno assume la guida dell’Eurogruppo, completando una configurazione istituzionale che dà importanza agli Stati membri del Sud Europa. L’Irlanda, che ha confermato il commissario uscente all’Agricoltura Phil Hogan, riceverà la delega al Commercio, un portafoglio cruciale non solo perché l’Ue ha competenze esclusive sulla materia e stiamo assistendo ad una guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, ma anche perché per l’Irlanda la risoluzione della questione del confine nordirlandese in vista della Brexit è del tutto prioritaria. La Grecia dovrà condividerà il portafoglio delle migrazioni con la Svezia, il cui commissario gestirà gli Affari interni. Il commissario greco Schinas, già portavoce di Juncker, sarà vicepresidente, ma avrà anche competenze più ampie che includono politiche migratorie e di integrazione, lotta alle minacce ibride, cultura e istruzione, mentre. Il portafoglio dell’Agricoltura va alla Polonia, che è infatti tra i principali beneficiari dei fondi della Politica agricola comune (Pac), proprio quando la bozza del prossimo bilancio dell’Ue per il periodo 2021-2027 prevede una diminuzione dei fondi assegnati ai paesi dell’Est Europa.

Ursula von der Leyen ha esplicitato il suo pensiero in molteplici dichiarazioni. «Voglio che il Green Deal europeo diventi l’elemento distintivo dell’Europa. Il suo fulcro è il nostro impegno a diventare il primo continente al mondo a impatto climatico zero. Si tratta anche di un imperativo economico a lungo termine: chi saprà agire per primo e più rapidamente sarà in grado di cogliere le opportunità offerte dalla transizione ecologica. Voglio che l’Europa sia all’avanguardia. Voglio un’Europa esportatrice di conoscenze, tecnologie e buone pratiche».

«La digitalizzazione ha un enorme impatto sul nostro modo di vivere, lavorare e comunicare. In alcuni settori l’Europa deve recuperare — ad esempio nei rapporti commerciali tra imprese e consumatori — mentre in altri siamo all’avanguardia, ad esempio nel business-to-business. Dobbiamo far sì che il nostro mercato unico sia preparato per l’era digitale, sfruttando al meglio l’intelligenza artificiale e i big data e migliorando la cibersicurezza e dobbiamo impegnarci a fondo per la nostra sovranità tecnologica».

«Abbiamo un’economia sociale di mercato unica, che è all’origine della nostra prosperità e della nostra equità sociale. La sua importanza è ancora maggiore ora che ci troviamo di fronte a una duplice transizione: climatica e digitale». I valori europei, lo stile di vita europeo e la democrazia sono aspetti importanti nel programma della nuova Commissione europea. «Vogliamo imprimere un nuovo slancio alla democrazia europea. È una nostra responsabilità comune. La democrazia non è soltanto votare ogni 5 anni. È far sentire la propria voce e poter partecipare alla costruzione della società».

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