La memoria dei lager rivive tra i vagoni di Ostiense

Fino al 15 febbraio torna "L'Istruttoria" di Peter Weiss, con la regia di Massimo e Roberto Marafante, presso il Parco Museo Ferroviario della Stazione Ostiense di Roma
Spettacolo teatrale L'Istruttoria

In un momento in cui la memoria storica è soggetta a pericolosi offuscamenti, per non dimenticare i campi di sterminio, "L’Istruttoria” di Peter Weiss, con la regia di Massimo e Roberto Marafante dovrebbe essere destinata a diventare un appuntamento annuale da proporre in occasione della commemorazione dell'Olocausto.

L’allestimento itinerante ideato nell’ambito del progetto “#MemoriaPresente2015–Un hastag per non dimenticare”, ha come ambientazione il suggestivo, e appropriato, Parco Museo Ferroviario della Stazione Ostiense di Roma. Qui all’aperto, nello spazio antistante che ospita molti vagoni di tram e rotabili d’epoca, veniamo divisi in tre gruppi con cartellini di diversi colori, e condotti all’interno di alcuni di essi, dopo aver inizialmente assistito ad accenni di interrogatori attorno a tre pedane.

Atto di denuncia contro i criminali nazisti, “L’Istruttoria" fu scritta da Weiss dopo aver assistito allo storico processo svoltosi a Francoforte dal 1963 al 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz. Un giudice, un difensore, un procuratore, diciotto accusati e nove testimoni anonimi sono i personaggi di quest'opera in undici canti che, come un Inferno laico e contemporaneo, trascende il processo e acquista la liricità di una tragedia greca. Un viaggio agli inferi, nel tempo, ma anche nello spazio, dove i personaggi tentano di fissare «l’istante eterno» della storia e del ricordo.

Un excursus nella storia del nostro secolo, che l’autore riesce a trasfigurare attraverso la concisione del verso, i verbali del processo, chiamando in aula responsabili e sopravvissuti di Auschwitz. Questo mosaico di testimonianza e racconti rievocati dagli interpreti, ci ricostruisce, per frammenti, l’Olocausto attraverso l’inimmaginabile e intollerabile quotidianità e il graduale "normalizzarsi" dell’atrocità.

Ed è questo il fatto sconvolgente: nel fiume delle parole e dei gesti dei carnefici e delle vittime, superate le barriere della ragione, davanti alla morte come costante punto di riferimento, ecco il mistero di un’impressionante capacità di adattamento e, per pochi e a quale prezzo, la guadagnata sopravvivenza a fare ritrovare anche nel più nero girone la speranza dell'uomo e i valori ideali della vita. Nella messinscena sensitivamente potente, drammaturgicamente asciutta, tesa, immediata, senza moralismi o patetica emotività, “L’istruttoria” non si propone come spettacolo, ma intende indicare il percorso per una partecipazione, che inizia, infatti, facendo adunare gli spettatori nel piazzale, e la selezione degli ebrei compiuta tra il pubblico in piedi, nella presunta banchina delle ferrovie, prima di farlo salire ai seggi del Giudizio, sui vagoni.

Qui, recitando a contatto diretto con il pubblico, si alterneranno i diversi personaggi entrando e uscendo dalle carrozze, distribuendo piccoli oggetti a loro cari, facendoci leggere domande da rivolgere ai sopravvissuti, parlando a noi con una vicinanza che punta nei nostri occhi e ci interpella. La coinvolgente rappresentazione nell’efficace utilizzo della location, delle luci, degli effetti sonori e musicali che creano ombre evocatrici, trova nella recitazione e negli sguardi penetranti degli interpreti, nei passaggi calibrati tra momenti frenetici ed altri di raccoglimento, un punto forte della rappresentazione. Che la rendono quanto mai attuale.

Unica stonatura ci è sembrata il finale con la canzone di Louis Armstrong “What A Wonderful World”, che vorrebbe augurare quel mondo meraviglioso in cui l’uomo dovrebbe vivere. Ma quella melodia e quelle parole risultano ridondanti poiché, di fronte a tale scempio storico, non c’è niente di consolatorio e non si può che rimanere in silenzio. Senza bisogno neanche degli applausi finali.

“L’Istruttoria” di Peter Weiss, Un progetto di Massimo e Roberto Marafante, in collaborazione con ATAC e Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Società di produzioni teatrali La Bilancia, con Francesco Acquaroli, Alessio Caruso, Federica De Benedittis, Serena De Siena, Martino Duane, Pia Engleberth, Barbara Esposito, Flavio Francucci, Alberto Melone, Paolo Minnielli. Ancora in replica i giorni 7, 8, 13, 14 e 15 febbraio, venerdì e sabato alle ore 21, domenica alle ore 18.30.

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