La Formula Uno celebra Rosberg

Con una sontuosa doppietta delle autovetture Mercedes nel Gran Premio di Abu Dhabi, il pilota tedesco si laurea, per la prima volta nella sua carriera, campione del mondo, così come fece suo padre 34 anni fa. Poco importa se il gradino più alto del podio abbia visto salire Lewis Hamilton
Rosberg

“Non è stata una bella corsa per me: alla mi stavano raggiungendo ma alla fine è andata bene. Dedico la vittoria a mia moglie ed a mia figlia per tutto il sostegno'' ha confessato il pilota tedesco, figlio d'arte, mentre stringe la mano e abbraccia il suo compagno di scuderia Hamilton che ricambia:“E' stato un privilegio correre su questa Mercedes, congratulazioni a Nico per il suo primo campionato del mondo”.

 

Nico Rosberg si impone 34 anni dopo il padre Keke, campione del mondo di F1 nel 1982 su Williams, e succede così a Damon Hill nell’elenco dei figli che in F1 seguono le orme iridate dei papà. Il suo percorso legittima la vittoria: 9 trionfi, 8 pole e 385 punti: 5 in più di Hamilton, più veloce (12 pole) e vincente (10 successi) e sempre il più competitivo, cui Nico ha risposto con regolarità e testa, badando soprattutto alla costanza anche grazie a una monoposto che non ha mai tradito. Non è un caso che la Mercedes si sia rivelata la monoposto migliore con 19 vittorie e 20 pole in 21 GP.

 

Personalità non appariscente, sposato, poliglotta e dai gusti raffinato, Nico non è un eccentrico uomo dei media, anche se a Monza concesse un inizio di coro con quel ‘popopopo’ che ricordava il trionfo dell’Italia del calcio ai mondiali nella sua Germania. Ad Abu Dhabi, ad esempio, ha mostrato, carattere nell’insidioso sorpasso su un giovane mastino in rampa di lancio, Verstappen, ma anche testa nel resistere successivamente. Diversamente da Hamilton, sempre veloce e impetuoso, ma che ha pagato dazio all’affidabilità in alcuni casi e qualche eccesso da rockstar, Rosberg ha stupito grazie alla sua stabilità emotiva da “campione normale” (per il grande organizzatore del lussuoso show della F1, Bernie Ecclestone, addirittura "inutile" perché non sarebbe un volano per rivitalizzare la decaduta passione attorno alla Formula 1).

 

Nato a Wiesbaden il 27 giugno 1985, in carriera ha ottenuto per Mercedes, 23 successi e 30 pole position, oltre al Trofeo pole FIA nel 2014. Prima di esordire in Formula 1 con la Williams, Rosberg è stato il primo vincitore della GP2 Series. Cresciuto a Montecarlo, Nico ha cominciato la sua carriera nel karting nel 1996, a 11 anni. Nel 2002 passò alle corse in monoposto, debuttando nel campionato tedesco di Formula BMW e conquistando 9 gare sulle 20 complessive, centrando il primo posto in classifica finale: furono questi buoni risultati a dargli la possibilità di effettuare un test al volante di una Williams BMW, diventando il più giovane pilota nella storia a guidare una vettura di Formula 1.

 

Per il pilota di punta della nostra Ferrari, Sebastian Vettel, è stato invece un anno di critiche ingiustificate: “Avevamo degli avversari fortissimi. La squadra ha meritato questo podio”. Tanto impegno e lavoro a Maranello, ma anche clima a tratti pesante: lo stesso Vettel è incorso in più errori, spesso superato dal compagno 37enne Raikkonen. Uomo squadra e parafulmine del team, Vettel ha fornito la sua indubbia qualità solo a tratti, chiudendo con il corroborante podio di Abu Dhabi. La Mercedes ha praticamente doppiato in punti la Ferrari, chiudendo a 765 contro 398, mentre nella classifica piloti Vettel ha chiuso quarto con 212 punti contro i 385 del vincente Rosberg. Inutile piangersi addosso: i limiti palesati in una stagione storta possono fare da leva a margini di vittoria in futuro, vedi Rosberg…

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