La festa di Halloween e la notte di Ognissanti

La festa risale ai popoli celtici che celebravano lo Samhain, ma oggi è ridotta a evento commerciale. La ricorrenza cristiana ci ricorda che abbiamo tanti amici nel “balcone dell’aldilà”

È strano ciò che capita di vedere per le strade in questi giorni: miriadi di bambini e ragazzi vestiti con strani abiti, abbastanza scuri, che mimano maghi o streghe preparandosi alla festa di Halloween. In realtà, si tratta di un’usanza che risale ai popoli celtici che celebravano lo Samhain, la fine della stagione estiva, o meglio l’inizio dell’anno nuovo, in cui i mortali ringraziavano gli spiriti per i raccolti, prima di entrare nell’inverno. A quei tempi era infatti credenza comune che, nella notte di fine estate, le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliassero tanto da permettere a questi di tornare sulla terra. La leggenda racconta anche di un certo Jack O’Lantern il cui spirito vagava come una fiammella, all’interno di una zucca. È proprio vero che l’uomo ha nel proprio intimo una domanda che lo rende inquieto facendolo affacciare continuamente al “balcone dell’aldilà”; se però non trova risposte nella fede si rifugia in riti pagani , o esoterici, che talvolta gradualmente degradano nel macabro.

La nostra fede è invece così bella e luminosa! Addirittura, per i cristiani la festa di Ognissanti è gemella del ricordo dei defunti, perché possiamo testimoniare di avere tanti amici in cielo e che la morte, se siamo con Gesù, non ci fa paura.

Non basta però combattere le usanze di Halloween, ma occorre creare degli anticorpi. Un giorno, la sera del 31 ottobre, in una parrocchia di Grosseto in Toscana, ho partecipato ad una bellissima festa: tantissimi ragazzi gioiosi si erano vestiti ciascuno come la santa o il santo al quale volevano assomigliare. Quell’abito era il segno del loro desiderio di essere migliori. Il fatto è che «il nostro Dio non è inerte, il nostro Dio è un sognatore: sogna la trasformazione del mondo, e l’ha realizzata nel mistero della Risurrezione» (Papa Francesco, 17 maggio 2017).

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