La bicicletta (e non solo) tira contro la crisi

Il turismo natura in Italia sfonda quota 101 milioni, Portofino ha il record di presenze di sub con 70 mila immersioni l’anno, 500 mila sono le Cinque Terre card vendute nel 2013 soprattutto a turisti stranieri, il parco Adamello Brenta vale da solo 40 milioni di euro l’anno di indotto turistico. Si potrebbe continuare. Ma allora perché in Italia non ci crediamo ancora?
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Gli austriaci ci hanno creduto e ora tirano le somme. Spendere 28 milioni di euro e ricavarne almeno 70 l’anno non è stato un cattivo investimento. Ci troviamo tra Passau e Vienna, lungo il Danubio. Una pista ciclabile di 310 chilometri che attira 60 mila ciclisti ogni anno.

E in Italia? Anche le Cinque Terre non si lamentano: l’appeal dell’escursionismo lungo una rete di sentieri spettacolari ha reso questo luogo incantevole una delle cinque mete preferite – insieme a Roma, Venezia, Firenze e Milano – degli americani che arrivano in Italia. L’ecoturismo viaggia in contro tendenza. E il Belpaese potrebbe fare da maestro per l’Europa.

Per sostenere la crescita del settore è nata Asta, la prima scuola di turismo ambientale. Dopo un anno di rodaggio, l’iniziativa, promossa da Legambiente, Parco Nazionale delle Cinque Terre e Regione Liguria, ha concluso un corso di formazione in cui le richieste sono state superiori ai posti disponibili. «Abbiamo cominciato a dare risposta a una domanda di formazione finora inevasa −, spiega Sebastiano Venneri, presidente di Vivilitalia, la società che organizza il corso −. Del resto basta un’occhiata i numeri per capire: il tasso di laureati nel settore turistico in Europa è del 12%, in Francia del 15, in Spagna del 18, in Italia del 5,1. Bisogna investire sul capitale umano per costruire progetti capaci di valorizzare i territori e di metterli in rete: se sul Danubio si ottengono quei risultati perché non scommettere su una ciclabile sull’Arno?».

Il problema di noi italiani è che forse siamo un po’ pigri. Abbiamo la cultura e l’archeologia più bella al mondo. I paesaggi mozzafiato non mancano. Il clima mite ci aiuta. In realtà le esperienze di successo in Italia non mancano, ma non vengono replicate. Ad esempio il parco di Portofino ha il record della presenza di sub: 70 mila immersioni l’anno, in buona parte fuori dalla stagione turistica. In Puglia, nel parco dell’Alta Murgia, dal 2006 al 2012 la domanda di turismo è quasi raddoppiata.

Alle Cinque Terre i numeri segnano una crescita travolgente: 150 chilometri di sentieri, 220 milioni di fatturato annuo attorno, 2 milioni di passaggi di turisti sul territorio, 500 mila Cinque Terre card vendute nel 2013, 80% di turisti stranieri. Il parco Adamello Brenta, che assieme al complesso delle Dolomiti fa parte del patrimonio mondiale dell’umanità protetto dall’Unesco, vale 40 milioni di euro l’anno di indotto turistico, secondo i dati diffusi alla Conferenza nazionale sulle aree protette dello scorso dicembre. Il Rapporto Ecotur sul Turismo natura documenta nel 2012 un incremento dell’1,48% delle presenze e del 4,1% del fatturato, mentre il turismo tradizionale è sceso rispettivamente del 3,5% e del 9,5%.

Per la prima volta nel 2012 l'incidenza di turisti stranieri ha raggiunto il 40,2% del totale nel turismo natura e questo ha prodotto un incremento del giro d'affari perché un turista straniero spende mediamente 100 euro al giorno a fronte dei 65 di un turista italiano. Il turismo natura in Italia ha così sfondato quota 101 milioni, producendo un fatturato di 11,378 miliardi di euro.

A spingere i turisti verso la natura sono la voglia di fare attività sportive (47%), il relax (20%), l'enogastronomia (15%), la riscoperta delle tradizioni (10%), ma soprattutto la bicicletta: il biking è infatti l'attività sportiva prediletta dai turisti natura con il 30% delle preferenze, seguita da escursionismo (21%) e trekking (18%).

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