Italia – Acli, cittadinanza alle seconde generazioni

Proposta di riforma delle condizioni per poter diventare cittadino italiano.

«È tempo di riconoscere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia, ossia a quelle seconde generazioni che rappresentano il futuro del nostro Paese». Le Acli – Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani propongono una radicale revisione della legge 91 del 1992,  che include anche il dimezzamento da 10 a 5 anni del tempo di residenza necessario per poter chiedere di diventare cittadino italiano: una tale riforma interesserebbe, secondo i calcoli dell’Iref (l’istituto di ricerca della Acli) oltre un milione di immigrati extracomunitari. Mettendo insieme i numeri si arriva a oltre 1 milione e 600 mila immigrati pronti a diventare cittadini italiani. Secondo il presidente delle Acli, Andrea Olivero, «il problema non sono gli stranieri, ma il riconoscimento dei valori comuni. La storia d’Italia è una storia di accoglienza, di inclusione e di accettazione delle differenze, pur tra luci e ombre ovviamente. Disconoscere questi valori significa disconoscere la storia e l’identità italiana, in particolare l’identità cristiana del nostro Paese».

 

(CC_Città_nuova_2009/09/07)

 

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