Ischia in ricordo di Lina Balestrieri

La testimonianza di una donna straordinaria, una moglie forte e comprensiva, una mamma dolcissima e tenera

Sempre con la Bibbia a portata di mano, fino alla fine. Così ci ha lasciati Lina Balestrieri 59 anni, deceduta durante il terremoto del 21 agosto scorso che ha colpito la piccola frazione collinare dei comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno ad Ischia.

Aveva parcheggiato l’auto davanti alla chiesetta del Purgatorio e, insieme al marito, si dovevano recare dai fratelli della comunità neocatecumenale di cui facevano parte, per preparare la Liturgia della Parola settimanale in Parrocchia. Ma la scossa delle 20:57 ha fatto cadere una parte della facciata della Chiesetta, ferendo mortalmente Lina. Una vera Cristiana, che amava Dio nella Chiesa e nell’obbedienza del suo Pastore, il vescovo di Ischia.

“La signora Lina era membro del consiglio pastorale diocesano, – ha affermato Mons Pietro Lagnese vescovo di Ischia durante i funerali – aveva accolto nella sua famiglia numerosa figli diversamente abili. Una donna che si donava continuamente per il bene della nostra gente. Sentiva forte il desiderio di spendersi per i più deboli e i fragili”.

Tutti sull’Isola conoscevano Lina e Antonio, persone molto disponibili e sempre pronte ad aiutare il prossimo.

Un matrimonio – il loro – forte, anche se all’inizio ha avuto qualche scricchiolio. La crisi dei primi anni di matrimonio con la fase di smussamento dei due caratteri (Lina aveva un carattere forte, deciso, veritiero) per costruire una relazione a due ha messo a dura prova Lina.

L’aiuto del parroco di allora, don Luigi Trofa ha dato una seria e decisa inversione di rotta a entrambi. Don Luigi infatti la invitò semplicemente ad iniziare un cammino di approfondimento della fede (era la prima comunità Neocatecumenali sull’Isola d’Ischia), per cercare di trovare in un più profondo rapporto con il Signore, la risposta ai suoi tanti dubbi e perplessità. Lina cominciò così ad avvertire in lei un cambiamento profondo, di mentalità, di atteggiamento, di cuore che la aiutò a vivere diversamente il matrimonio, che prima percepiva come una “gabbia”, e ora come il luogo più appropriato per vivere il Vangelo e farti santi.

Fin da piccola aveva un amore per il Signore e la Madonna. A soli tre anni a causa della perdita improvvisa della mamma, ha dovuto prendersi cura dei suoi fratelli e forse Dio la stava già preparando ad essere mamma di tanti figli. Dal matrimonio con Antonio infatti sono nati 4 figli, ma ha sempre desiderato di adottare altri figli con qualche disabilità e così con immensa dedizione aveva accolto nella sua famiglia altri due bimbi. Voleva donare loro, felicità e calore.

Sempre di buon animo, sempre accogliente, non riusciva a dire di No a nessuna richiesta. E così la casa di Lina e Antonio era diventato un punto di riferimento per tutti, soprattutto per i deboli, i disabili, gli orfani. Lina aveva sempre pronto un sorriso, una carezza, una parola per tutti, soprattutto per annunciare il Vangelo.

Il marito Antonio Cutaneo l’ha ricordata così durante i funerali: “Non è stato facile vivere accanto ad una santa senza essere santo, soprattutto in una santità perfezionata dal martirio. La rivoluzione totale avvenne il giorno in cui accogliemmo le reliquie dei Santi coniugi Martin, la conoscenza della loro storia illuminò i nostri volti facendo maggiore chiarezza sul nostro cammino. Il chicco di grano ha prodotto il cento. Il 21 agosto il treno del nostro matrimonio si è fermato in un punto preciso della storia dove Cristo, via, verità e vita, ci chiamava a stare. Finito di recitare il Santo Rosario con la Parola di Dio in mano eravamo pronti per andare a preparare una nuova Celebrazione della Parola a casa dei fratelli. All’improvviso la terra ha tremato, una parete della Chiesa è crollata e ho sperimentato drammaticamente le parole del Vangelo “uno sarà preso, un altro sarà lasciato”.

In pochi istanti mi sono trovato a vivere la scena del calvario tenendo tra le mani il corpo di Lina martoriato e il suo volto pieno di sangue. Ho visto il volto sofferente di Cristo, mi sono sentito come Giovanni ai piedi della croce insieme alla Madonna, ho sentito con l’orecchio del cuore le parole di Cristo rivolte ai miei figli: “ecco tua madre!”, ma Cristo ha vinto la morte!

Il treno della nostra vita riparte carico di doni e destinazioni con un passeggero in meno ma con una guida sicura dal cielo. L’ultimo vagone di questo treno lo avevamo lasciato ancora vuoto per riempirlo di nuovi progetti di Dio, tra cui realizzare una casa famiglia per accogliere bambini disabili … In questi momenti torna a galla la domanda: Che cosa è la verità? … preferirei rispondere con lo stesso silenzio di Gesù,  ma davanti a tutti quelli che dicono “dov’è il tuo Dio?” a quanti bussano e chiedono ancora che cos’è la verità, la risposta è una soltanto: “Lina ha scelto la parte migliore che non le sarà mai tolta!” Questa è la verità! Piuttosto, un’altra è la domanda: “O morte dov’è la tua vittoria?” e dov’è infatti la vittoria della morte in una donna che ha sempre annunciato con forza le parole di San Paolo: “per me vivere è Cristo e il morire un guadagno”?

La Chiesa di Ischia da quel 21 agosto ha un Angelo in Paradiso che veglia sull’intera Isola.

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