Intervento militare francese in Ciad

Le forze di Parigi, di stanza in Ciad, hanno intercettato una colonna di 40 camioncini di un gruppo armato nel nord del Paese. Non si tratta di jihadisti, ma di ribelli che lottano contro il presidente Idriss Déby Itno  
EPA/Valda Kalnina

L’esercito francese ha annunciato domenica 3 febbraio di aver sventato un’offensiva jihadista nei confronti del Ciad. Proveniente dalla Libia, l’avanzata di una colonna di 40 pick-up di un gruppo armato ribelle è stata fermata nell’estremo nord del Ciad.

Decollando dalla base militare francese di N’Djamena, dei caccia Mirage 2000 della “Barkhane”, così si chiama la forza militare francese nella regione, ha sorvolato la colonna di mezzi, procedendo poi ad attacchi missilistici terra-aria che avrebbero annientato la forza nemica.

«La colonna era stata avvistata da almeno 48 ore», ha comunicato il portavoce dello Stato maggiore francese, il colonnello Patrick Steige. L’aviazione ciadiana, a quanto si è appreso, aveva già effettuato dei tentativi per fermare la carovana, ma senza riuscirci. Quindi, su richiesta delle autorità ciadiane, è stato effettuato l’intervento francese tra Tibesti e Ennedi.

«Questo intervento in risposta alla richiesta delle autorità ciadiane ha contribuito a fermare l’avanzata ostile e a disperdere la colonna nemica», ha dichiarato il  ministero della Difesa francese. Sul fronte opposto, Youssouf Hamid, portavoce dell’Unione delle forze di resistenza (Ufr), un gruppo ribelle che opera a N’Djamena e sulla direttrice Borkou-Ennedi-Tibesti, nell’estremo nord del Ciad, ha denunciato l’interferenza della Francia negli affari interni del Ciad. «La colonna non è stata dispersa, come è stato affermato dal comunicato del ministero francese, ma avanza nonostante i tentativi di fermarla che denunciamo energicamente».

Nel 2008, il gruppo ribelle, i cui elementi sono principalmente dal gruppo etnico Toubou, è stato fermato alle porte della capitale del Ciad, quando si preparava a rovesciare il regime di Idriss Deby, lo Zaghawa.

Alla testa di questa operazione per rovesciare il potere centrale, c’è Timane Erdimi, nipote del capo dello Stato del Ciad. Attivo nel Sahel e nella lotta contro Boko Haram con i confinanti Nigeria e Camerun, l’esercito ciadiano, in fase di ristrutturazione, deve anche far fronte a dei ribelli ciadiani, non jihadisti, provenienti dalla Libia e dall’estremo nord del Ciad. L’anno scorso, il movimento di insurrezione è cresciuto nel nord del Ciad e ha guidato attacchi in questa vasta regione desertica del Paese. Obiettivo è quello di far cadere il regime del presidente Idriss Déby Itno, al potere dal 1990.

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