In Ucraina è una vera guerra

L’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines improvvisamente ci rende coscienti che le scaramucce nell’Est del Paese sono un vero conflitto potenzialmente devastante
Ucraina

Incredulità per l’MH17 È il primo sentimento espresso da cancellerie, media e gente comune alla notizia della morte di 295 persone innocenti per l’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines in volo numero MH17) tra Amsterdam e Kuala Lumpur. Incredulità, per la sfortuna della compagnia malese, colpita in pochi mesi da due tragedie; perché si credeva che i voli civili, ad altezze oltre i 10 chilometri, fossero sicure; inoltre, perché non si riteneva che le forze in campo avessero tali potenzialità militari; ancora, perché si riteneva che, in qualche modo, le “catene di comando” avessero in mano la gestione delle loro truppe; infine, perché si pensava che il conflitto fosse una questione che riguardasse solo i contendenti sul campo.

Conflitti fuori dall’uscio dell’Unione europea  Passata la prima sorpresa, il principio di realtà ha preso possesso dei commenti: siamo di fronte a una guerra potenzialmente devastante, sottostimata in particolare in Europa. Le recenti parole del presidente Napolitano sulla necessità di occuparsi con più attenzione dei conflitti ai confini dell’Unione europea sono suonate come premonitrici: alle nostre porte dobbiamo fare i conti non solo col problema ucraino-russo, ma anche con quelli israelo-palestinese, libico e siro-iracheno. Abbiamo almeno quattro guerre ad un tiro di schioppo da casa nostra, un tiro che può colpire anche la spensieratezza delle nostre vacanze.

Responsabilità Non si sa ancora con certezza chi abbia sparato. Batterie di missili terra-aria potenzialmente capaci di abbattere un aereo a quelle altezze (i Buk di fabbricazione russa) sono in dotazione dell’esercito ucraino, ma anche delle truppe dei filo-russi (ricordiamo che è di appena pochi giorni fa l’abbattimento di un aereo da trasporto ucraino), che potrebbero averle acquisite o avendole trovate in Crimea o perché fornitegli dall’alleato moscovita. Sembra che una conversazione intercettata dei ribelli filorussi ammetta l’abbattimento dell’aereo civile malese, ma non esistono ancora certezze al riguardo. Tra l’altro, le scatole nere sono state recuperate e inviate a Mosca, non a un organismo indipendente. E nessun osservatore indipendente ha potuto ancora ispezionare i resti dell’aereo.

Due eserciti si confrontano Ma, al di là delle responsabilità diretta dell’atto compiuto, emerge la gravità dell’accaduto e l’evidenziazione che nell’Est dell’Ucraina si combatte una guerra violenta, sanguinosa e pericolosissima per gli equilibri geo-strategici europei e mondiali. Due eserciti si confrontano: i filorussi non sono solo gruppi paramilitari guidati da una passione indipendentista, ma un vero esercito armato fino ai denti e aiutato da truppe provenienti da altri scenari di guerra ai confini dell’impero ex-sovietico, Cecenia in testa. Intendiamoci, le colpe non sono solo russe; anche la dirigenza ucraina ha le sue responsabilità nell’inasprimento del conflitto, soprattutto per alcune violenze gratuite che hanno esacerbato gli animi dei filorussi.

Prospettive molto incerte  Mentre le compagnie aeree con la saggezza del poi modificano le loro rotte, le cancellerie si rimettono all’opera, a cominciare da Obama e Putin, che hanno avuto notizia dell’accaduto mentre erano in conversazione telefonica: guarda caso, il presidente Usa stava annunciando all’omologo russo l’inasprimento delle sanzioni contro la Russia. L’Unione europea, invece, si ritrova, proprio nel momento in cui dovrebbe fare pesare la propria autorità politica, senza ministro degli Esteri, con una Commissione non ancora nominata, con una presidenza italiana non priva di forti resistenze, con il presidente della Commissione Juncker appena insediatosi… La speranza è che il gravissimo incidente induca le parti ad una tregua reale con l’inizio di vere trattative sotto l’egida di autorità internazionali.

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