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La vicenda di Enzo Tortora. Tre racconti della grande poetessa russa Marina Cvetaeva. Sandokan e Salgari. I grandi teologi Jüngel Eberhard e Rahner Karl esporano la pazienza di Dio e dell'uomo
ENZO TORTORA

Epistolari – Enzo Tortora, “Lettere a Francesca”, Pacini, euro 18,00 – A quasi trent’anni dalla morte popolare giornalista e presentatore televisivo, la sua compagna Francesca Scopelliti consegna alla memoria degli italiani una selezione delle lettere che egli le scrisse dall’inferno del carcere. Arrestato nel 1983 per associazione camorristica e spaccio di droga, Tortora (la cui innocenza verrà poi riconosciuta) promette di battersi fino all’ultimo non soltanto per affermare la sua estraneità alle accuse ma anche per denunciare le aberranti condizioni di vita dei detenuti. Promessa mantenuta: Enzo Tortora diventerà di lì a poco il grande leader politico della battaglia per una giustizia giusta, culminata con la vittoria schiacciante (poi tradita dal Parlamento) del referendum per la responsabilità civile dei magistrati. Sono lettere che traboccano di incredulità e di indignazione, ma anche di dolcissimo amore per la sua Francesca: parole – purtroppo ancora attuali – di un detenuto dalla coscienza limpida e libera, che lancia la sua accusa a magistrati e giornalisti ingabbiati dal pregiudizio e dalla malafede.

 

 

Narrativa – Marina Cvetaeva, “Mia madre e la musica”, Passigli, euro 12,00 – I tre racconti compresi in questo volume appartengono agli anni della maturità della grande poetessa e scrittrice russa (1892‐1941). Il primo di essi, oltre a rappresentare una bellissima testimonianza autobiografica sul difficile rapporto con la madre pianista e la sorella Asja, offre una chiave importante per penetrare nel complesso modus poetandi di Marina, la cui poesia fortemente musicale si lega indissolubilmente con le sue esperienze infantili al pianoforte, sentite soprattutto come un’imposizione materna, ma non per questo meno fondamentali per la sua formazione. Il secondo racconto costituisce un ulteriore tassello di questo apprendistato più esistenziale che musicale‐letterario. L’ultimo riguarda il primo germe, in Marina bambina, di una diversità esistenziale, di separatezza, perfino di solitudine, che sarà difeso e combattuto dalla Cvetaeva per tutto l’arco della sua vita.

 

 

Personaggi – Felice Pozzo, “Tra Sandokan e Salgari. Yanez de Gomera, il bohémien dei mari malesi”, Bibliografia e Informazione, euro 18,00 – Molti avevano ravvisato in Yanez, l’inseparabile “fratellino bianco” della Tigre della Malesia, un alter ego di Salgari, soprattutto a motivo del tabagismo. Nessuno però prima di Pozzo, tra i maggiori salgarologi esistenti, aveva approfondito fino a che punto fosse arrivata l’immedesimazione dello scrittore veronese col suo personaggio. Del resto Yanez accompagna Salgari dagli esordi giovanili fino agli ultimi suoi tormentati anni finiti in tragedia col suicidio, sopravvivendogli però nelle pagine sempreverdi del ciclo indo‐malese. Era pertanto impossibile che, nello svolgersi di avventure che abbracciano una vita intera, qualcosa del vissuto del portoghese non riflettesse anche quello dello scrittore. Merito di Pozzo è appunto di aver documentato questa simbiosi, sfatando tra l’altro l’idea di una mancata evoluzione psicologica del personaggio Yanez. Con la passione e la tenacia di chi non si accontenta di storie risapute, ma sa produrre nuovi elementi in grado di far progredire la ricerca sull’autore.

 

 

Teologia – Eberhard Jüngel/Karl Rahner, “La pazienza di Dio e dell’uomo”, Morcelliana, euro 10,00 – Sulla poco considerata e dimenticata virtù della pazienza i due teologi autori di questo saggio aprono orizzonti nuovi. «La pazienza è il lungo respiro della passione. Della pazienza ha bisogno ogni passione. La vera pazienza è sempre una passione filtrata nell’interiorità», scrive Jüngel. Così il teologo di Tubinga approda già nel nucleo centrale delle sue riflessioni: le proprietà, l’essenza appassionata di Dio e la pazienza del suo amore. Alla «pazienza con sé stessi» si dedica e la descrive quale arte della perseveranza nella tensione Rahner: «Chi trova realmente la pazienza intellettuale con sé stesso sarà anche tollerante con il prossimo e non si comporterà come se egli stesso fosse la verità assoluta in persona

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