In fuga per paura dello tsunami

La gente dalla Malaysia, al Myanmar, allo Sri Lanka ha lasciato le case per raggiungere i punti più alti della città. L'allarme per il maremoto è cessato ma tutti hanno preferito una notte all'aperto
Terremoto Banda Aceh

Alle 17.23 circa di ieri, ora locale, è scattato l’allarme in tutto il Sud della Thailandia per due scosse di terremoto da 8.6 e 7.2 della scala Richter, occorse a 500 chilometri dalla costa di Banda Aceh, in Indonesia, a una profondità di circa 10 chilometri sotto la superficie del mare, dove otto anni fa migliaia di persone furono trascinate in mare nel giro di pochi minuti.
 
Lo stesso allarme era scattato in Malaysia, in Myanmar e Sri Lanka; praticamente in tutta la parte dell’Asia che fu colpita dallo tsunami il 26 Dicembre 2004. Soprattutto a Puket, l’isola di Phi Phi, Pangna e in altre sei province, dove la memoria delle devastazioni è ancora fresca (per i tanti morti thai e stranieri), la paura è stata forte ieri pomeriggio: la gente ha iniziato letteralmente a scappare per raggiungere i punti più alti della città per paura di un’onda anomala. Si attendeva verso le 18.30, ora locale, e l’allarme è cessato solo in serata. La gente ha iniziato pian piano a ritornare nelle case e alle proprie occupazioni, anche se alcuni non hanno ritenuto sicuro scendere in città.
 
Il mare è rimasto “stranamente” calmo, ma molti hanno voluto aspettare le luci dell’alba per paura di una nuova scossa nella notte; e nella notte è difficile correre verso la montagna e trovare un rifugio sicuro in pochi minuti.
 

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