In cammino con Amatrice

Quinto anniversario dal sisma del 24 agosto 2016.  Draghi ad Amatrice. Legnini e i numeri del Terzo rap-porto sulla ricostruzione in Centro Italia
Amatrice Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

Una gru dai primi di agosto svetta nella “zona rossa” di Amatrice. Sarà impiegata per la ricostruzio-ne del condominio antistante il monumento ai Caduti in Piazza Antonio Serva. È questo un po’ il simbolo, nell’anniversario a cinque anni dal sisma, di quanto inizia ad essere sotto gli occhi di tutti: una vera e propria accelerazione al processo di ricostruzione in Centro Italia.

Nella giornata del 24, a ricordare nel comune del reatino la scossa di 6.0 con epicentro tra i comuni di Accumoli e Arquata del Tronto che nella notte del 24 agosto 2016 uccise 299 persone, anche il premier Mario Draghi. Due i momenti a cui prenderà parte: la deposizione di una corona di alloro presso il Monumento in memoria delle vittime del terremoto del parco “Giovanni Minozzi” e la mes-sa al campo sportivo “Paride Tilesi” celebrata dal vescovo di Rieti monsignor Pompili.

Appena ieri, inoltre, è stato presentato a Rieti il Terzo rapporto sulla ricostruzione in Centro Italia dal Commissario straordinario di governo alla ricostruzione per le zone terremotate Giovanni Legnini, il quale ha rivolto un pensiero ai parenti delle vittime: «Il modo migliore per onorare quelle vittime e mostrare rispetto per i loro famigliari è ricostruire, garantendo la sicurezza degli edifici e dei territori».

Un terzo rapporto che si presenta come un importante documento in cui si sono evidenziati numeri, sottolineato interventi e tracciato la rotta. E tra l’altro, appare anche evidente in questi mesi, come proprio con l’insediamento nel 2020 del quarto commissario alla ricostruzione, Legnini,  che l’avanzamento dello stato dei lavori ha subito un’accelerazione importante sotto tutti gli aspetti, primo fra tutti una ricerca della sburocraticizzazione  per rendere le procedure efficaci e per im-pedire un ulteriore sostanziale ritardo negli inter-venti.

Da 5 anni i cittadini attendono. Da quella notte del 24 agosto appunto, in cui ai tg nazionali arrivò qla telefonata dell’allora sindaco di Amatrice Pirozzi, per chiedere aiuto: «Il mio paese non c’è più, c’è gente sotto le macerie». Un  comune che come altri dell’Appennino centrale in quei giorni di fine agosto pullulava di vacanzieri abituali: zii, nonni, nipoti, interi nuclei famigliari. 237 vittime solo ad Amatrice, 51 ad Arquata (di cui solo 47 nella frazione di Pescara del Tronto) e 11 ad Accumoli. E poi, danni a case, edifici pubblici e di culto, imprese di 62 i comuni di Marche e Lazio. E nella conta dei danni si aggiungeranno, con le scosse dei mesi successivi, anche le regioni di Abruzzo e Umbria per salire a 140 centri interessati.

Ad oggi purtroppo, i numeri si mostrano ancora impietosi nell’evidenziare quanti siano ancora le persone che non hanno accesso alle proprie abitazioni. Oltre 35mila ancora gli sfollati, coloro cioè, che vivono fuori dalle loro case. 7mila e cinquecento  persone sono ancora  nelle Sae (soluzioni abitative d’emergenza); in 28mila  ancora ricevono assistenza con il Cas (il contributo di autonoma sistemazione) e in 190  abitano i container.

Amatrice e Pescara del Tronto. Secondo il Terzo rapporto sulla ricostruzione Amatrice oggi conta 200 cantieri all’attivo; sono stati avviati sia l’ospedale che l’Istituto alberghiero e a breve sarà la realizzazione di un tunnel per i sottoservizi.

Anche per Pescara del Tronto, frazione di Accumuli, il paese più colpito da quelle scosse tanto da essere stata letteralmente rasa al suolo poiché edificato su una tipologia di suolo che “amplifica” le scosse, ci sono importanti novità. A giugno, i cittadini si sono espressi, su indicazioni degli esperti, per un nuovo abitato da realizzare nella zona alta del vecchio centro. Al posto dell’ormai perduto centro storico invece, si dovrebbe realizzare un Parco della Memoria con Giardino botanico.

Cantieri. Inoltre, nell’intero cratere attualmente sono presenti 5 mila i cantieri aperti per 13 mila abitazioni. Altrettanti sono gli edifici ultimati per 12mila nuclei familiari che sono potuti già tornati nelle proprie case.

Le domande di contributo per la riparazione o la ricostruzione per gli immobili danneggiati presentate sono più di 20 mila. Nei soli primi 6 mesi del 2021 sono stati 3.300 i decreti di approvazione e 1.100 cantieri completati.

Finanziamenti e centri storici. Attesi 1,78 miliari dal PNRR per le aree dei terremoti del 2009 e del 2016 che prevede inoltre, con il Pacchetto sisma, fondi finalizzati alla ripresa e allo sviluppo economico dell’Appenino centrale.

Infine, ancora molto è rimasto fermo per quanto riguarda il recupero dei centri storici che al momento risultano o chiusi o riaperti solo in piccole porzioni. Anche per loro, il “la”  arriverà a breve proprio dal superamento dei piani attuativi con i Piani Speciali per la Ricostruzione.

 

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