Il volontariato fa la differenza

L'Ue proclama il 2011 Anno europeo del volontariato: un importante riconoscimento ad un impegno che contribuisce alla ricchezza dei Paesi membri.
Volontariato

Invece che da giornalisti, come generalmente accade, lo scorso 3 dicembre a Bruxelles il commissario Ue alla giustizia e diritti fondamentali Viviane Reding era attorniata da giovani: una cornice vivace per la presentazione dell’Anno europeo del volontariato 2011, lanciato con lo slogan “Volunteer, make a difference” (Volontario, fa’ la differenza).

 

La scelta di questo tema, dopo quello della lotta contro la povertà e l’esclusione sociale del 2010, è stata motivata come una “presa di coscienza” da parte delle Istituzioni europee. Sono infatti 94 milioni, circa il 23 per cento del totale, i cittadini europei che si dedicano a qualche forma di volontariato. La maggior parte è impegnata nel settore dello sport (34 per cento), ma ad assumere la rilevanza maggiore è l’ambito sociale (per ora fermo al 17 per cento): con bilanci statali sempre più ristretti, che spesso si traducono in tagli massicci al welfare state, l’assistenza ai più svantaggiati rimane nelle mani dei volontari e del terzo settore.

 

I punti deboli del volontariato rimangono purtroppo ancora tanti. Nell’analisi fatta dalla Commissione vengono citati la mancanza di certezze legislative sul riconoscimento e la tutela del lavoro dei volontari, l’assenza di una strategia comune oltre il livello locale, la necessità sempre più frequente di competenze specifiche (basti pensare all’assistenza agli ammalati), oltre che alla ben nota difficoltà a reperire fondi in maniera stabile.

 

Per questo l’Unione Europea ha deciso di dedicare il 2011 alla promozione del volontariato, agendo su diversi fronti. Oltre alla consegna di riconoscimenti alle associazioni meritevoli e alle campagne di sensibilizzazione dei cittadini, l’Unione sta spingendo gli Stati membri a dotarsi di un corpo legislativo che regolamenti le attività di volontariato o a rivedere, se necessario, quello in vigore attualmente: dalla protezione assicurativa al rimborso delle spese, al trattamento delle Ong nelle gare d’appalto, molti aspetti possono essere utilmente gestiti a livello nazionale.

 

Al momento 11 Stati su 27 dispongono di un corpo legislativo specifico. L’Italia è tra questi, ma nonostante ciò si colloca nella fascia bassa in quanto a popolazione dedita al volontariato: meno del 10 per cento, contro l’oltre 40 di Austria, Gran Bretagna, Slovenia e Paesi Bassi. Certo sono dati che vanno presi con le pinze, in quanto la definizione di attività di volontariato varia tra gli Stati membri, ma invitano comunque alla riflessione. A livello comunitario, il “volontario tipo” è uomo, quarantenne, ha un lavoro e un buon livello di istruzione.

 

Interessante poi notare che non si tratta solo di pura filantropia. Secondo i dati forniti dall’Ue, il volontariato contribuisce fino al 5 per cento del pil (prodotto interno lordo) dei Paesi membri, seppur con notevoli differenze: nel caso dell’Italia siamo sotto l’1 per cento. Anche al momento di trovare un impiego, il volontariato aiuta: diversi datori di lavoro hanno affermato di apprezzare le competenze acquisite dai giovani in questo campo, e di tenerne conto al momento dell’assunzione.

 

Tra le iniziative che l’Ue mette in campo per l’anno del volontariato c’è il “EYV tour”: un giro delle 27 capitali, inaugurato il 3 dicembre a Bruxelles, che farà la prima tappa a Budapest il 10 gennaio. Di volta in volta saranno allestiti dei punti informativi sul volontariato, organizzati dibattiti e incontri con personalità sia politiche che del settore, oltre che momenti di intrattenimento. La carovana si fermerà a Roma dal 1 al 14 luglio: un’ottima occasione per i vari enti di volontariato per conoscersi e magari pensare a progetti comuni. Sono infatti le realtà locali il punto di forza del settore: per meglio lavorare sul campo, l’UE ha avviato la collaborazione con una rete di associazioni attraverso dei corpi di coordinamento nazionali. Una risposta a una Bruxelles che appare in molti casi distante dalla vita di tutti i giorni.

 

Tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.europa.eu/volunteering.

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