Il testamento biologico: status of art

Se da un lato, mediante apparecchiature e sistemi avanzati, la scienza e la pratica medica possono oggi risolvere situazioni che fino a poco tempo fa erano insolubili e sono in grado di salvare e curare pazienti una volta destinati a morte certa,  dall’altro possono protrarre la vita, in situazioni di debolezza estrema, prolungando il processo del morire. Con le espressioni “testamento biologico” (o testamento di vita), “direttive (o disposizioni) anticipate di volontà”, “dichiarazioni anticipate di trattamento”, si indica generalmente lo strumento volto a manifestare le scelte di fine vita. Si tratta di documenti scritti  contenenti le indicazioni espresse da una persona sana e capace di intendere e di volere (“competente”, secondo la traduzione letterale di una parola anglosassone ormai entrata nell’uso) e aventi per oggetto i trattamenti sanitari e assistenziali che la  persona vorrà o non vorrà ricevere nell’ipotesi in cui, a causa di una malattia grave, inguaribile, o di evento traumatico, si venisse a trovare in uno stato di incapacità di intendere e di volere (“incompetente”). È in questo ambito di problemi etici che si colloca il disegno di legge n. 10/A che è stato approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati con il titolo Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento.

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