Il sole del sole, il mare del mare

A proposito di Sul fondamento poetico del mondo di Giovanni Casoli, prefazione di Giovanni D’Alessandro, L’ora d’oro, Poschiavo, 2010
Casoli

Essendomi fatta l’idea che Giovanni Casoli è una miniera, ogni volta che lui pubblica qualcosa cerco di non perderla. Così, quando Andrea Paganini mi ha mandato una copia del libro Sul fondamento poetico del mondo, edito nella primavera di quest’anno nella collana da lui diretta presso “L’ora d’oro”, l’ho accolto con gioia e una certa attesa.

 

Sono soltanto un utente di letteratura, non un critico letterario, quindi mi sono accostato al libro, come ad altre opere. Man mano che leggevo mi sembrava di assistere a un fenomeno: non ero un lettore ma l’oggetto di un dono.

 

Certamente è presente l’autore, che con la sua destrezza e l’estesa ricchezza delle conoscenze talvolta fa pensare che sta proclamando un nuovo manifesto poetico o che stia distribuendo a un popolo di vinti un libretto d’istruzioni su come aprire gli occhi sulla vita. No, non è soltanto questo che le pagine consegnano: l’opera è una cengia dove aggrapparsi, una finestra aperta, è un percorso che ti conduce, secondo la citazione di Foscolo, all’armonia che “vince di mille secoli il silenzio” .

 

Mi son portato il libro in bus, dal dentista, in attesa di una conferenza, all’agenzia viaggi.

Perfino in ospedale! Ero lì perché le zanzare sopravvissute alla disinfestazione, per vendetta aggredivano senza pietà con il veleno che non le aveva uccise. Così il dermatologo aveva una lunga fila di vittime. In attesa del mio turno apro il “vademecum” di Casoli e lì, più che mai, il potere di una voce che mi convince che “poeticamente abita l’uomo su questa terra” come dice Hölderlin.

 

Circondato da gente in silenzio, con più o meno tristezza negli occhi, in un ambiente senza nessuna qualità estetica, leggo della “morte che fa vivere”. È come se l’autore mi accendesse la voglia di vedere oltre le apparenze, di vedere dentro le cose. Mi viene in mente Ermes Ronchi: “La vita più che etica è estetica, avanza per delle passioni non per delle ingiunzioni. E la passione sgorga da una bellezza, dall’aver intuito la bellezza di Dio”.

 

Quando l’infermiera mi avvisa che è arrivato il mio turno, mi rendo conto che la mia attesa è stata popolata da una meraviglia, un viaggio nel meraviglioso come definiva la letteratura il mio caro professor Angelo Maria Ripellino.  Lo sgomento, lo stupore poetico avevano scaldato e colorato il mio giorno di un sole nuovo. 

 

Casoli sa essere dono e fare un dono di ciò che vede. È capace di farti sentire l’armonia e di introdurti nella danza della vita.  E con lui arrivi a desiderare quello che lui vorrebbe come epigrafe: “Lasciami guardare, dopo aver chiuso gli occhi, il sole del sole, il mare del mare”.

  

 

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