Il san Pietro di Agostino

Il vescovo di Ippona e il primo papa della storia: lontani nella storia eppur vicini nell’umanità. La recensione al libro di Giuseppe Di Corrado per Città Nuova
San Pietro

Era sempre rimasto affascinato dalla figura di primo papa della storia, sia per la sua umanità che per la santità della persona, per la dottrina che traspare dalle epistole neotestamentarie quanto per il suo rapporto con Paolo. Agostino, infatti, scrisse molto su san Pietro, anche se non gli dedicò mai uno studio sistematico, anzi a volte cambiò anche idea. È questa la traccia di studio da cui parte la riflessione storica, filologica e teologica del libro Pietro pastore della Chiesa negli scritti di Agostino d’Ippona di Giuseppe Di Corrado di prossima pubblicazione dell’editrice Città Nuova.

La parola “pietra” della pericope di Mt 16 18-20 è il viatico per l’autore per questa rilettura dei brani di Agostino oscillanti tra la personificazione con Pietro e quella di Cristo.

Agostino inizia presto ad interessarsi alla figura di Pietro fin dagli esordi della sua vita presbiteriale. Lo stesso papa Ratzinger ha sottolineato come essendosi creata una situazione completamente nuova, Agostino andava educato ad una nuova ecclesialità e quindi, ad un nuovo rapporto con la Chiesa e la Sacra scrittura. Il rapporto con Ambrogio risultò decisivo in questa fase. Secondo l'insegnamento di Ambrogio, infatti, Pietro era la pietra su cui fondare la Chiesa, ecco perché il primo papa ebbe «sugli altri apostoli un effettivo primatus, che Agostino legge innanzitutto nella chiave dell’unità». Ma negli anni in cui è vescovo in Africa, alle prese con le eresie donatiste e pelagiane e con i sinodi celebrati tra il IV e V secolo, Agostino cambia idea e fa risalire quella parola “pietra” direttamente a Cristo.
 
Una valutazione che tuttora ha i suoi effetti nel dialogo ecumenico. Di recente infatti un documento congiunto cattolico-anglicano ha accolto un testo di Agostino per sostenere il concetto di autorità nella Chiesa. Da un lato ciò attesta il riconoscimento di Agostino come fonte valida e comune a entrambe; dall’altro lato, la volontà di ridifinire meglio il concetto dell’autorità nell’ambito di altre Chiese in rapporto alla Chiesa di Roma. Grazie anche ad Agostino, dunque, Pietro ancora una volta svela al mondo la sua più profonda umanità: la vocazione ad essere costruttore della Chiesa.

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