Il profitto mette a rischio la sicurezza dei malati

L'accordo segreto tra i due colossi farmaeutici Roche e Norvartis per ostacolare la diffusione di un farmaco economico apre scenari inquientanti sulla tutela della salute e sui costi che si impongono ai servizi sanitari compromettendo di fatto le cure e l'assistenza del paziente
Casa Farmaceutica Novartis

Si allargano i contorni della vicenda che vede nell’occhio del ciclone due colossi farmaceutici, Roche e Norvartis, dopo la storica multa da 180 milioni di euro commissionata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (antitrust) per l’esistenza di un accordo restrittivo della libera concorrenza riguardante i farmaci Avastin e Lucentis.

La sanzione è collegata al lavoro di inchiesta sollecitato dalla Società Oftalmologica Italiana (SOI) nel febbraio 2013, a cui hanno contribuito, fra gli altri, la Regione Emilia-Romagna e la Guardia di Finanza. I profili di sicurezza dei due preparati sarebbero stati artificiosamente tenuti separati, allo scopo, si legge in una nota dell’Antitrust, di “ostacolare la diffusione dell'uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della piu' diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto piu' costoso, Lucentis".

Sullo sfondo una “complessa strategia collusiva”, volta a modificare la percezione dei rischi da parte dei medici e dei pazienti, a cui si aggiungono i sospetti di manipolazione di studi clinici e di azioni di “lobby” verso i gruppi parlamentari. Come il caso della norma, poi stralciata da un emendamento bipartisan, che nel 2012 avrebbe consentito l’autorizzazione all’uso «off-label», per indicazioni terapeutiche non registrate, di farmaci con profili di sicurezza sovrapponibili al posto di preparati significativamente più costosi.

A tre giorni di distanza dalla maximulta è arrivata la notizia che la Procura di Torino sta procedendo anche  per disastro doloso e associazione a delinquere finalizzata alla truffa, con riferimento al danno subito dai pazienti che, a causa degli elevatissimi costi, non sono stati presi in carico dal Sistema sanitario nazionale.

La vicenda ha trascinato al centro delle polemiche l’intero apparato regolatorio del settore, spingendo molti esponenti del mondo sanitario, e in particolare la SOI, ad esprimere un duro giudizio verso l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), accusata di aver favorito l’illecita operazione negando l’autorizzazione all’uso di Avastin per le patologie oculari. L’AIFA non ci sta e rivendica, in una nota, la bontà del proprio lavoro a tutela della salute dei pazienti, citando invece le importanti problematiche di sicurezza rilevate dall’Agenzia Europea per i Medicinali. 

«Ciò che è accaduto ha lasciato un’ombra sul grande lavoro che è stato fatto in questi anni” commenta il Ministro Lorenzin, ribadendo la necessità di “ricostruire un diverso tipo di rapporto tra il mondo farmaceutico e quello delle istituzioni».

Un’urgenza, soprattutto di chiarezza e trasparenza, che manifestano anche i cittadini e i pazienti, per i quali è sempre più difficile sentirsi al centro delle priorità e al riparo dagli interessi economici che gravitano intorno al mondo della salute.

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