Il papa: aiutare i poveri, i discriminati e le donne

Nel secondo giorno del suo tour africano papa Francesco ha chiesto agli africani di aiutare i poveri, dire no alle discriminazioni e di opporsi a tutte quelle pratiche che favoriscono l'arroganza negli uomini, feriscono o umiliano le donne, e minacciano la vita di innocenti non ancora nati. E ha aggiunto: Mai usare il nome di Dio per giustificare le violenze
Papa Francesco in Kenya Africa

Decine di migliaia di fedeli hanno sfidato la pioggia, salutata come “benedizione di Dio”, per partecipare alla prima messa all'aria aperta celebrata da papa Francesco in Africa, gioiosa e colorata con molti canti e danze. La messa all'università di Nairobi, trasmessa in diretta su maxischermi nei parchi vicini, è stata la prima grande apparizione del papa in pubblico e la più attesa nei suoi tre giorni in Kenya. La polizia stima che vi abbiano preso parte 300 mila persone, molte di meno rispetto alle previsioni delle autorità: cosa che si spiega in parte con la pioggia battente. Molti dei fedeli hanno passato la notte all'aperto sotto pesanti scrosci, per quanto la pioggia si sia diradata all'arrivo della papamobile con un vivace benvenuto della folla che ne salutava il passaggio.

 

Durante la sua omelia, il santo padre ha toccato alcuni temi caldi vicini al suo cuore: le giovani generazioni, l'aiuto ai poveri e agli svantaggiati, la vita delle famiglie.

 

Francesco ha esortato i giovani a farsi guidare dai “grandi valori della tradizione africana”: “Di fronte all'avanzata di nuovi deserti, creati da una cultura del materialismo e dell'indifferenza verso gli altri, possano i grandi valori della tradizione africana, la saggezza e la verità di Dio guidarvi nell'impegno a creare una società sempre più giusta, inclusiva e rispettosa della dignità umana"; ha affermato.

 

"Questo è molto importante per i giovani africani in un mondo sempre più globalizzato – ha affermato Geraldine, una studentessa universitaria -. Siamo messi di fronte a numerosi modelli di vita che possono portare alla confusione e alla perdita dei valori veri”.

 

Altra questione toccata è stata la dignità di ogni essere umano. “In obbedienza alla parola di Dio, siamo chiamati ad opporci a tutte quelle pratiche che favoriscono l'arroganza negli uomini, feriscono o umiliano le donne, e minacciano la vita di innocenti non ancora nati” ha detto il papa. “Siamo chiamati ad incoraggiarci a vicenda e ad aiutare chi è nel bisogno. Le famiglie cristiane hanno una missione speciale: irradiare l'amore di Dio e diffondere l'acqua vivificante dello Spirito. Questo è particolarmente importante oggi”.

 

Ha invitato i fedeli presenti ad essere “discepoli missionari”, “uomini e donne che sono canali della grazia di Dio, che accolgono la sua misericordia, benevolenza e verità per costruire una casa solida che fa da focolare, in cui fratelli e sorelle possono vivere in armonia e rispetto reciproco”. Ha invitato i cittadini a tendere una mano agli ultimi: “Faccio appello in modo speciale ai giovani della nazione – ha affermato – : siate sempre attenti ai bisogni dei poveri, e rifiutate tutto ciò che porta al pregiudizio e alla discriminazione, perché queste cose, lo sappiamo, non vengono da Dio”.

 

La mattina di giovedì il papa ha incontrato un piccolo gruppo di leader religiosi di diverse fedi prima di celebrare la messa. Il papa si è espresso contro la radicalizzazione dei giovani e gli “attacchi barbari” compiuti in nome della fede: “Troppo spesso i giovani vengono radicalizzati nel nome della religione per seminare discordia e paura, e per fare a brandelli le nostre società. Il Dio che noi serviamo è un Dio di pace, e il Suo nome non deve essere mai usato per giustificare l'odio e la violenza”.

Nel pomeriggio il papa è poi intervenuto nella sede del Programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep) a Nairobi.

(Traduzione di Chiara Andreola)

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