Il muro di gomma

Respinto e di nuovo rinviato dalla Conferenza Stato Regioni il piano del governo per il riordino dell’offerta dell’azzardo in Italia. Irrisolto il nodo multinazionali del settore ma promossi mini casinò di quartiere

Nel pieno della crisi con l’Unione europea, il governo ha trovato il tempo e la determinazione per ripresentare il 2 febbraio un suo piano di riordino dell’offerta dell’azzardo nella conferenza Stato Regioni, cioè l’organo collegiale finalizzato alla collaborazione istituzionale tra lo Stato e le autonomie locali. Per l’ennesima volta gli enti locali hanno chiesto un rinvio del progetto difeso dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta perché, di fatto, limita il potete dei sindaci e delle regioni a porre regole vincolanti le nuove “sale A” previste nella normativa statale. Si tratta dei locali separati che saranno appositamente dedicati dagli esercizi commerciali alle nuove e più sofisticate apparecchiature denominate Awp Amusement with price (divertimento con premio). Una pratica già in vigore come si può notare in molti locali già pronti per le nuove regole.

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Quindi da una parte la riduzione del 30 % dei macchinari e la loro concentrazione in mini casinò di quartiere svincolati da ogni normativa di rispetto delle distanze dei luoghi sensibili. Dall’altra parte resta invariata l’offerta dell’altra tipologia di azzardo come, ad esempio, i gratta e vinci e il superenalotto. Silenzio assoluto, ovviamente, sul divieto di pubblicità dell’azzardo.

Secondo la Consulta nazionale antiusura, che è intervenuta prontamente in materia, la normativa proposta si rivela «un rimedio peggiore del male». Colpisce il fatto che una proposta del genere arrivi in prossimità di un’udienza significativa sul regolamento comunale che vedrà di fronte l’amministrazione municipale di Bergamo e la federazione dei tabaccai sostenuta dalla squadra degli avvocati di Lottomatica che si avvalgono della consulenza di celebri psichiatri come Paolo Crepet, volto noto della tv. La stessa Lottomatica Gtech, un vero colosso dell’azzardo, sta investendo nella sua immagine portando avanti progetti di promozione dello sport nelle periferie grazie all’accordo siglato con i vertici del Coni, come nel caso dell’esperienza del calcio sociale nel quartiere Corviale a Roma.

Il presidente del Coni, Giovanni Malago' e l'amministratore delegato di Lottomatica, Fabio Attilio Cairoli durante l'iniziativa 'Vincere da grandi' al quartiere Corviale di Roma ANSA/FABIO FRUSTACI
Il presidente del Coni, Giovanni Malago’ e l’amministratore delegato di Lottomatica, Fabio Attilio Cairoli durante l’iniziativa ‘Vincere da grandi’ al quartiere Corviale di Roma ANSA/FABIO FRUSTACI

Nel frattempo sulla stampa emergono, come degli spot, i casi pietosi della cronaca a partire dai genitori malati di azzardopatia che lasciano i figli soli e al gelo. Esiste come sappiamo una vasta area di disagio esistenziale incentivato da una crisi economica che colpisce i più deboli. I costruttori delle macchine dell’azzardo le chiamano infatti “trappole per topi” e il meccanismo è lo stesso per altri prodotti sperimentati con successo come i gratta e vinci.

Come ha più volte affermato il movimento Slot Mob la vera dipendenza patologica che si manifesta è quella «di uno Stato che, nel pieno della crisi economica più grave del dopoguerra, ha deciso di fare cassa sulla fragilità delle persone facendo del territorio un casinò diffuso e pervasivo in mano a società multinazionali orientate a fare profitto sulla vita della gente. Tutto avviene come se non esistesse una Costituzione fondata sul lavoro che finalizza, ex articolo 41, l’iniziativa economica privata all’utilità sociale».

Per andare alle radici di Azzardopoli bisogna rimettere in discussione l’intero sistema delle concessioni e ridare la gestione dell’offerta di azzardo alla mano pubblica responsabile del bene comune.

Ma questo cambio di passo obbligherebbe a recuperare i 9 miliardi di euro di entrate erariali da altre fonti cambiando l’indirizzo di politica economica.

Il muro di gomma che si pone davanti alle richieste di democrazia economica avanzate da Slot Mob, assieme ad altre associazioni, conduce a volgere il discorso pubblico dei media sulle cure da offrire a coloro che cadono nel vortice della dipendenza patologica dell’azzardo. Ma questa impostazione è musica per le orecchie di chi punta sulla beneficienza come arma per accreditare il proprio potere. Come afferma l’economista Luigino Bruni «non si può permettere a Erode di sponsorizzare gli asili nido».

Cosa accadrà tra una settimana alla Conferenza Stato Regioni? È evidente che il copione sembra già scritto senza la resistenza civile di una cittadinanza libera da ogni condizionamento e obbedienza. Gli stessi cittadini che sono anche elettori e possono fare della questione azzardo un test di valutazione in vista delle prossime elezioni.

 

 

 

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