Il mondo accoglie il nuovo Papa

Le testate di ogni Paese dedicano ampio spazio all'elezione: il tratto dominante è la figura di un pontefice vicino ai poveri
Una testata straniera dedicata al nuovo papa

«Il nuovo Papa è argentino»: è d'obbligo partire dal quotidiano di Buenos Aires, El Clarìn, nella nostra rassegna stampa internazionale. Il giornale, oltre a raccontare nei dettagli l'elezione, riporta anche particolari più “intimi”: una sua confidente, la deputata Gabriela Michetti, avrebbe «ricevuto la notizia tra le lacrime», mentre la presidente Kirchner avrebbe avuto «una reazione molto aspra alla notizia, avendolo etichettato come “vero membro dell'opposizione”». Una relazione «con andirivieni» tra l'arcivescovo (ex, oramai) e i palazzi del potere, separati «da questioni di fondo» su temi come il matrimonio tra persone dello stesso sesso e le politiche sociali e del lavoro.

Spostandoci in Nordamerica, il New York Times fa notare come l'elezione del «Primo Francesco, primo gesuita e primo americano» abbia lanciato «un forte messaggio che il futuro della Chiesa sta nell'emisfero sud»; mentre il Washington Post, dopo aver a sua volta posto l'accento sul «Primo leader cattolico dalle Americhe», si sofferma soprattutto su come il nuovo Papa sia «conosciuto soprattutto per il suo lavoro pastorale “sul campo”, che lo ha portato a preferire un semplice appartamento in città al palazzo arcivescovile, a girare in autobus e cucinare da solo i propri pasti».

Anche lo spagnolo El Paìs descrive Francesco I come «un uomo modesto, conosciuto per il suo impegno di denuncia delle disuguaglianze sociali nel Paese»; e dedica un lungo articolo, a firma del corrispondente da Buenos Aires Alejandro Rebossio, ad analizzare come il nuovo pontefice, pur non provenendo «né dalle correnti progressiste, né dalla teologia della liberazione», è nondimeno «lontano dal rappresentare l'ala conservatrice della Chiesa»: ne sono prova le sue «omelie contro la povertà e la corruzione, che tanto irritavano la Kirchner».

Passando all'area francofona, il belga Le Soir dà voce all'arcivescovo di Malines-Bruxelles, monsignor Léonard, che definisce «una sorpresa totale» l'elezione di Bergoglio, per quanto «il suo nome fosse già stato fatto nello scorso conclave»; mentre il francese Le Figaro, che titola «Un gesuita vicino ai poveri», lo definisce «un papa adatto a gestire dei dossier difficili», soprattutto quelli relativi all'evangelizzazione e al «riavvicinamento del papato alla gente, sulla scia di Giovanni Paolo II».

Anche in Russia è giunto l'eco delle campane di San Pietro: Utro pone la notizia in apertura, dando risalto soprattutto alla «facilità con cui i cardinali, già al secondo giorno, sono giunti ad un accordo»; e anche la Komsomol'skaja Pravda apre con un video dell'uscita del nuovo papa al balcone, e dedica ampio spazio alla procedura dell'elezione, alla biografia di Francesco I, e soprattutto alle «ovazioni e lacrime di gioia» con cui una «folla che non si poteva contare» ha accolto la fumata bianca.

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