Il Kruger park

Ènato dopo il parco americano di Yellowstone e porta il nome del proprio fondatore, Paul Kruger. Fu lui infatti che da presidente dell’allora Repubblica Boera, di fronte al fascino di quelle terre e di quei paesaggi, ne propose con successo la difesa e la tutela. Nacque così nel 1898 la Sabie Game Reserve di soli (si fa per dire), 350 mila ettari. Di lì a poco aumentò ancora diventando il Kruger National Park, esteso per 2 milioni di ettari, con sviluppo di circa 300 chilometri in lunghezza e in media 70 di larghezza. È attualmente il più grande del Sud Africa e il prototipo dei parchi africani. Ma quale è il fascino di quei luoghi, mèta ogni anno di oltre un milione di turisti in buona parte europei, capace di competere con i più ambìti e comunque più vicini parchi del Kenya e della Tanzania? Senz’altro la presenza massiccia, facile all’incontro, dei big five, i cinque grandi: bufalo, elefante, rinoceronte, leone e leopardo, animali simbolo dell’africa, arcinoti protagonisti dei documentari di natura, sempre in grado di produrre un impatto entusiasmante se incontrati dal vivo, cioè senza l’intermediario mass-mediatico. Il più pericoloso è senz’altro… il bufalo! No, non è un errore, questo mammifero, peso massimo di 800 chili e con un carattere da tenere alla debita distanza, ha causato più vittime di tutti gli altri, leone compreso, fin dalle epoche antiche. Meglio riservare per lui un prudente rispetto e accontentarsi di osservarlo a debita distanza onde evitare una carica dagli sviluppi imprevedibili. L’elefante al suo cospetto è più pachidermico (è il più grosso mammifero di terra), ma più affabile, si fa per dire, e meno propenso a sussulti di carattere, salvo pregresse cattive esperienze nei contatti con l’uomo, incancellabili una volta ahimè sperimentate, nella sua finissima e proverbiale memoria. Il rinoceronte completa la gamma degli erbivori. La sua presenza è un successo vantato dal parco per l’impegno a tutt’oggi profuso, per salvaguardarlo come specie. In aree di relativa estensione come Hluluwe- Umfolozi si possono raggiungere concentrazioni di oltre 2000 esemplari, le più elevate del continente africano. Il più diffuso nel Kruger park è il rinoceronte bianco, il più raro tra le due specie presenti in africa. Tale affascinante pachiderma a volte di quasi 2 tonnellate di peso, non diverso di colore rispetto al nero, ma chiamato bianco per il labbro largo, in inglese wide diventato per errore white e quindi bianco, ha subìto nel tempo grandi persecuzioni per la cre- denza delle proprietà afrodisiache del corno. La caccia per appropriarsi di tale simbolo aveva ridotto la presenza in tante parti fin sull’orlo dell’estinzione. Al punto che agli inizi del Novecento se ne contavano poche centinaia in tutto il continente e 14 nella riserva di Hluluwe-Umfolozi. La difesa della specie è stata da sempre un obiettivo del Kruger e oggi lo stesso funge da serbatoio per la reintroduzione in numerose aree africane. Il leone non ha bisogno di essere descritto, data l’affermata notorietà. Al parco la fa da re, con una corona, meglio una criniera, spiccatamente scura, non comune caratteristica per le popolazioni di questo angolo di savana. Infine il leopardo più elusivo e sfuggente rispetto al cugino, è il felino per eccellenza. Solitario e poltrone di giorno, attivo ed efficace sui suoi obiettivi di notte, è uno dei più temibili predatori della savana. Evocatore dai tempi antichi delle più fantasiose e temute leggende per le tribù africane, è il più difficile da scovare. Al parco singoli esemplari vengono monitorati e seguiti da tracciatori e guide per poter offrire al turista l’occasione di un incontro ravvicinato, specie quando rimane tranquillo e appisolato sui rami delle acacie nelle afose giornate della savana. La natura ordinaria in questo spicchio di continente nero riesce ad assumere caratteristiche straordinarie per come si presenta agli occhi del visitatore. Anche in ciò è maestro l’ambiente naturale, capace di esprimere elementi di forte spettacolarità con attori spesso solo apparentemente scontati come i noti grandi mammiferi dei territori africani. UNA GRANDE BIODIVERSITÀ Situato al confine con il Mozambico, è grande al confronto come la nostra regione della Puglia. Nove fiumi di cui sei perenni scorrono al suo interno. Lo sviluppo nord-sud e le differenze di altitudine generano habitat e situazioni climatiche tra le più varie. Dalla tipica savana, alla foresta tropicale, da situazioni quasi desertiche ad aree di clima piovoso o di impronta temperata. Ne consegue una grande biodiversità sia di specie vegetali che animali. Pullulano gli endemismi e tra i vertebrati sono 500 le specie di uccelli, 147 i mammiferi, 114 i rettili, 50 i pesci e 33 gli anfibi. Il parco è visitabile tutto l’anno ma le stagioni secche come l’estate australe sono più indicate per l’osservazione. Per noi non è facilmente raggiungibile comportando un lungo e impegnativo trasferimento aereo. Tra i big five i bufali sono stimati sui 15200, i rinoceronti bianchi 1800-2000, 200-400 i neri, 7800 gli elefanti, 2000 i leoni, 900 i leopardi.

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