Il G8 elevato da Benedetto XVI e da Obama

Due leader che ci fanno pensare. L'etica del fare ha bisogno di un'ascesi del pensiero per portare frutto.
Il G8 elevato da Benedetto XVI e da Obama
Una regia indiscutibilmente sapiente ha portato il papa a far uscire la sua enciclica economico-sociale in coincidenza con il G8 de L’Aquila. Al di là della portata culturale e dottrinale del testo, emerge assai fortemente la costatazione che il nostro pianeta, orfano di grandi figure come lo erano stati a loro modo Giovanni Paolo II, Gorbaciov, lo stesso Clinton… non può fare a meno di uomini e donne che richiamino il pianeta a "pensare alto" e ad "agire coerentemente" con il proprio profondo sentire. Benedetto XVI ha presentato la sua visione di un’economia solidale e giusta, dettata dall’amore. E quest’appello, in epoca di crisi economica, non può non essere ascoltato dai grandi di questo mondo.

Accanto a lui il primo presidente nero statunitense appare anch’egli una figura di alto profilo, scevro da ogni pettegolezzo, intento – nel discorso del Cairo, così come nei colloqui moscoviti – a rifondare le basi della convivenza civile mondiale. Ci fanno pensare papa Ratzinger e Barack Obama. Esercizio periglioso e nel contempo ormai merce rara. Stritolati come siamo dalla necessità di arrivare a fine mese o intenti a comunicare senza sosta su twitter e facebook, spesso dimentichiamo cosa voglia dire pensare, quanto sia necessario pensare prima di agire.
 

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