Il dialogo premia

I suoi articoli parlano di rapporto tra religioni, di speranza e di fraternità. José Aranas, caporedattore di New City, edizione filippina di Città Nuova è stato insignito dall’Unione Internazionale della Stampa Cattolica (UCIP) di Ginevra del premio internazionale di giornalismo 2010.
Aranas

Una nota della Conferenza episcopale filippina ha reso per prima pubblica la notizia che José Aranas, capo redattore di New City Filippine, ha vinto il premio internazionale di giornalismo 2010 assegnato dall’Unione Internazionale della Stampa Cattolica (UCIP) di Ginevra, in Svizzera. Nella lettera di assegnazione del premio si specifica che “la giuria è arrivata a questa decisione, considerando da una parte la presentazione brillante ed esemplare dei suoi pezzi e dall’altra il messaggio che egli ha voluto comunicare attraverso il suo lavoro".

 

José Aranas, sarà fra i 43 giornalisti che in ambito religioso e laico riceveranno un premio per i loro contributi esemplari nel mondo del giornalismo. In particolare Aranas è stato citato per il suo impegno nel promuovere il dialogo interreligioso attraverso i suoi articoli. Con lui anche Paul Mati, giornalista indonesiano, insignito della stessa menzione.

 

Residente a Tagaytay, dove si trova l’ufficio editoriale della rivista New City, Aranas vi lavora da quasi tre anni. "Sono impegnato nel movimento dei focolari, di cui la rivista è l’organo ufficiale, da quasi 12 anni. Ho viaggiato in tutto il Paese, scrivendo storie di speranza a cui raramente viene dato risalto nella stampa” ,ha specificato in un’intervista.   

"Nel marzo scorso – racconta – ho visitato il Sudest delle Filippine e ho colto tanti semi di novità e di futuro nella regione. Nella Missione di Sta.Cruz a Cotobato è davvero impressionante come ci si occupi delle necessità dei “lumads”, gli indigeni del posto, così come avviene al Pamulaan Center for Indigenous People’s Education (Centro Pamulaan per l’istruzione degli indigeni) nella Città di Davao, esperienze che ho presentato in un articolo dell’edizione di giugno della rivista New City”.

 

La passione per i poveri è stata sempre la sua compagna di scrittura e infatti il suo primo articolo su un giornale nazionale è stato proprio dedicato agli sloggiati di Tagaytay. Da questa attenzione si è sviluppata poi una particolare sintonia nei confronti del dialogo tra fedi diverse e infatti gli articoli presi in esame dalla commissione del premio internazionale trattavano proprio di storie di convivenza tra indù e cristiani e con musulmani.

 

 "Le incoraggianti esperienze di unità, di solidarietà e di fratellanza che ho visto molto presenti nella nostra nazione – ha concluso – sono verità che i media dovrebbero evidenziare maggiormente". E sono verità che premiano. Congratulazioni!

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