Il costo insostenibile di un figlio

Qualche dato per capire, mentre il Paese invecchia
crisi bambino

Secondo gli ultimi dati del Cisf (Centro internazionale studi famiglia) in Italia le famiglie con quattro o più figli sono lo 0,7 per cento. Quelle che non hanno figli raggiungono quota 53 per cento, il 21,9 quelle che ne hanno uno, il 19,5 ne ha due e il 4,4 ne ha tre.

 

Dati che confermano un invecchiamento che sembra inarrestabile: sebbene la previsione Istat sul lungo termine (2010/2050) stimi un incremento del tasso di fecondità, si passa comunque da uno scarso 1,37 per cento all’1,58. Tradotto in numeri, stiamo parlando di circa 300 mila nuove persone ogni anno, nonostante i flussi di immigrazione.

 

Sempre il Cisf individua in 798 euro al mese il costo reale di accrescimento di un figlio. Numeri che, incrociati con i salari netti più bassi d’Europa e l’alto tasso di disoccupazione e sottoccupazione, forniscono il quadro di un Paese dove crescono, con l’invecchiamento progressivo, le spese fisse (sanitarie e previdenziali) di contro ad una popolazione giovanile sempre più ridotta nel numero e ostacolata nel produrre reddito e formare una famiglia con figli.

 

Uno stato di cose che si accompagna ad una distribuzione della ricchezza sempre più polarizzata. Secondo il centro studi della Banca d’Italia, la percentuale di ricchezza detenuta dal 10 per cento delle famiglie più benestanti corrisponde al 44,7 per cento del totale, mentre quella detenuta dal 50 per cento delle famiglie più povere si ferma al 9,8 per cento. Divaricazione che si fa sentire nel momento del bisogno: secondo le statistiche di Federanziani, metà dei malati cronici ultrasessantenni non ricevono cure adeguate per motivi di capienza delle spese sanitarie.

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