Il Brasile ringrazia i suoi “gemelli diversi”: 2-1 alla Colombia

I padroni di casa verdeoro procedono in semifinale ringraziando una favolosa coppia centrale difensiva, composta dall’ex rimpianta conoscenza milanista, l’insuperabile capitano Thiago Silva, e da David Luiz, capellone dal cuore smisurato e dai piedi fini
Gemelli diversi

La miglior difesa è l’attacco? Punti di vista ma la versione, almeno dopo Brasile-Colombia, andrà quanto meno rivisitata: i padroni di casa verdeoro procedono in semifinale ringraziando una favolosa coppia centrale difensiva, composta dall’ex rimpianta conoscenza milanista, l’insuperabile capitano Thiago Silva, e da David Luiz, capellone dal cuore smisurato e dai piedi fini. Davanti ai 65 mila del Castelao di Fortaleza, i due scrivono forse il più importante capitolo della loro carriera fino a questo momento, tra gli altri di una storia da romanzo: è quello dei quarti di finale dei Mondiali 2014, decisi da un gol a testa, per un 2-1 che significa semifinale ed euforia in un paese annichilito da straordinaria tensione sportiva, assorbita evidentemente dalla squadra.

Una storia nata tra le strade di periferia brasiliana, una storia sportiva straordinaria: il Brasile conta 200 milioni di abitanti su una superficie di oltre 8,5 milioni di km², eppure i due cominciarono a tirare calci insieme in tenerissima età, come si può evincere dalla foto che riportiamo. Poi la vita li separò: la passione divenne un mestiere da sogno, per entrambi si aprirono gli stadi d’Europa tra platee smisurate e ingaggi faraonici. Nel destino di Thiago Silva la Russia e l’Italia, in quello di David Luiz il Portogallo e l’Inghilterra, fino alla grande chiamata che ogni bimbo brasiliano sogna: rappresentare da titolari il proprio paese, formando una coppia centrale difensiva come probabilmente mai in maglia verdeoro si era visto per dinamismo, tecnica e temperamento. Thiago scuro di carnagione e colori, discreto, sempre misurato, capelli corti e pochi fronzoli; David eccentrico bianco latte, compagnone e saltimbanco, carattere “riccioluto” come gli scompigliati e lunghi capelli: “gemelli diversi” giramondo, riuniti dal prossimo settembre anche dal club, il Paris Saint Germain, trascinatori fino a questo momento del Mondiale, ora impreziosito da due reti che valgono la semifinale.

Alla vigilia dei quarti, in Colombia era stata dichiarata festa nazionale, mentre in Brasile il traffico era ai minimi storici: due paesi ipnotizzati, il resto del mondo a osservare un’atmosfera a dir poco elettrizzante. Da una parte la vera rivelazione di questo Mondiale, i convincenti “Cafeteros” di Pekerman, dall’altra la squadra obiettivamente più fortunata fino a questo punto, in proporzione corrispondente almeno all’entusiasmo e a alla passione che la circondano e che ne hanno minato la tenuta nervosa, i padroni di casa guidati dal “santone” Scolari, già vincitore dei Mondiali 2002.

I quarti di finale erano già il record assoluto per una nazionale colombiana che, oltre a questa epica esortazione in stile “Al Pacino” del capitano Mario Yepes, presentava la novità Guarin in mediana al posto di Aguilar, al fianco di Sanchez, ma l’interista si sarebbe fatto notare solo al 59° calciando alto dal limite dell’area; davanti a Ospina, la consueta difesa “italiana” composta dai baluardi centrali Zapata e Yepes e dai terzini fluidificanti Zuniga e Armero, mentre l’unica punta in forza al River Plate, Gutierrez, era supportata dai trequartisti Cuadrado, a destra, Ibarbo e sinistra, e James Rodriguez, regista avanzato.

Novità anche in casa brasiliana, dove il “senatore” Dani Alves, stella del Barcellona, si accomodava in panchina lasciando il ruolo di terzino destro al “tornado nero” romanista Maicon, che si aggregava in difesa ai centrali Thiago Silva e David Luiz ed al terzino sinistro Marcelo. Qualche accorgimento anche in avanti ed in mediana, dove il “frangiflutti” Fernandinho, che avrebbe giganteggiato in gara, veniva affiancato da Oscar a destra e Paulinho a sinistra, mentre l’unica punta Fred era supportata inizialmente da Hulk a sinistra e Neymar a destra.

L’inizio rende palese la tensione di un “derby” sudamericano sentitissimo: le squadre appaiono compassate e più preoccupate di non scoprirsi anziché di produrre gioco, ma dura poco. Al 7° Thiago Silva appoggia in rete su angolo tanto nell’incredulità generale quanto soprattutto nel sonno della difesa colombiana, in particolare di Sanchez, che dimentica completamente la marcatura sul secondo palo. L’atmosfera infernale dell’appassionato stadio “Castelao” e il gol a freddo di Thiago Silva penalizzano evidentemente il morale di Sanchez e compagni, di fatto solo una volta pericolosi nella prima frazione, quando in occasione di un contropiede manovrato 4 contro 2, Cuadrado sbaglia clamorosamente l’ultimo passaggio, vanificando con un errore non da lui una ghiottissima occasione. Nel frattempo Hulk ci prova ben due volte sull’altro fronte concludendo in entrambi i casi quasi dal vertice dell’area, ma Ospina respinge alla grande.

Il secondo tempo non concede conclusioni di rilievo fino al 68°, quando una splendida parabola di piatto su punizione di David Luiz, da circa 30 metri, porta il Brasile sul 2-0. La Colombia sembra accusare il colpo, complice il dispendio di energie e un risultato nettamente a sfavore nonostante una prova non malvagia: al 73° un pregevole mancino a girare dal limite di Neymar sfiora il palo a destra di un immobile Ospina, ma al 78° i “Cafeteros” tornano in partita grazie al capocannoniere del Mondiale, James Rodriguez, che trasforma un rigore concesso per il netto fallo di Julio Cesar sul neontrato Bacca. Il finale, psicologicamente già “thrilling” di suo per i brasiliani, è aggravato dall’uscita tra le lacrime in barella del suo giocatore più talentuoso, Neymar, accasciatosi per un infortunio ancora da chiarire. La Colombia non ruggisce più, ma lo scotto da pagare per il successo è pesantissimo: oltre al crac di Neymar, da valutare, arriva la squalifica per Thiago Silva, ammonito e già in diffida. L’8 Luglio alle 22 italiane, a Belo Horizonte contro la Germania tutta muscoli di Loew, sarà dura, durissima: i “gemelli diversi”, autentici trascinatori, saranno di nuovo separati, mentre il figlio del vento verdeoro Neymar (foto sopra) potrebbe avere già concluso il suo mondiale. I tedeschi non sono facili alla tensione né al timore ma, senza dubbio, l’entusiasmo brasiliano per il calcio potrebbe gonfiare ancora le vele della vittoria della Seleçao, fino all’Eldorado…

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