Il “bello” di ogni luogo

Era questo il modo di intendere il viaggio di Chiara Lubich. La scoperta di ogni luogo non era semplice curiosità ma amore per la gente che vi abitava. Incontri di cui ci parla Giulia Eli Folonari ne "Lo spartito scritto in cielo"
Chiara giovane

Il viaggio è sempre stato un aspetto importante per il Movimento dei Focolari, già dai primi tempi. Lo è stato anche per la sua fondatrice Chiara Lubich. Ma cosa voleva dire per lei viaggiare? Lo ha raccontato a Michele Zanzucchi e Oreste Paliotti Giulia Eli Folonari, collaboratrice di Chiara per 50 anni e presente a quei numerosi viaggi a fianco della fondatrice, nel libro "Lo spartito scritto in Cielo" per Città Nuova.


Come si preparava quando doveva recarsi in un posto mai visitato in precedenza?
«Dipende. Se viaggiava per una laurea honoris causa o una cittadinanza, si faceva preparare del materiale da qualcuno del posto. Anche a me chiedeva della documentazione, per informarsi dal punto di vista geografico, storico e artistico. Era il suo stile di amare, di mettere in rilievo il bello di ogni posto. Voleva conoscere la città in cui arrivava, un po’ per svagarsi, ma soprattutto per capire. Anche se aveva un modo tutto suo di farlo: da un particolare sapeva cogliere note universali. Un conto, poi, era incontrare le persone del Movimento; un altro era incontrare i membri di un altro movimento o personalità civili o religiose»

Prima di decidere un viaggio, riceveva molte sollecitazioni. Secondo quali criteri accettava o rifiutava?
«Non diceva sempre di sì. Sapeva scegliere e scartare. Decideva talvolta di recarsi in un posto dove avremmo pensato che fosse meglio non andare, perché seguiva lo Spirito Santo»
 
Quanti viaggi ha fatto Chiara nel corso della sua vita?
«Abbiamo un elenco di quindici pagine, ma secondo me non è esaustivo. Non sono stati considerati, infatti, i viaggi per motivi di riposo, quelli alle Mariapoli trentine e alle scuole di Loppiano e Montet[1]. Nei primi anni, l’ho accompagnata solo in Terra Santa, a Fatima, con don Foresi e Giordani, e a Istanbul. Ma dagli anni Sessanta in poi l’ho sempre seguita: in Sud America, in Asia, in Australia, in Nord America, in Africa, in molte nazioni dell’Europa»
 
C’è un posto dove avrebbe voluto andare e non è mai arrivata?
«In Cina, a Pechino».



[1] Le cittadelle di Loppiano (presso Firenze) e di Montet (presso Friburgo, in Svizzera), dove hanno sede le scuole di formazione degli aspiranti focolarini.


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