I numeri della protesta anti-Putin

Rassegna stampa dei principali organi di informazione russa a proposito delle contestazioni di piazza sulla possibile rielezione del premier alla guida della nazione
Proteste in Russia contro Putin
Proteste di piazza, il Cremlino risponde a tono: è forse racchiusa nel titolo dell’articolo del quotidiano online Utro.ru la differenza rispetto a quanto accaduto lo scorso dicembre, quando i manifestanti anti-Putin avevano riunito una folla senza precedenti. Questa volta, infatti, alle manifestazioni di piazza Bolotnaja e dintorni hanno fatto da contraltare quelle della collina della Poklonnaja, dove si sono raccolti i sostenitori dell’attuale governo. Dato che tutto il mondo è paese, è partita la consueta guerra dei numeri: rispettivamente 35 mila e 138 mila i partecipanti secondo la questura, più o meno viceversa secondo i movimenti di opposizione. Dati suffragati – sempre secondo Utro.ru – dalle fotografie aeree, che darebbero loro ragione. Altre fonti stimano in addirittura 200 mila le persone riunite alla Bolotnaja, “contate” dalle telecamere poste nelle strade.

Sia come sia, gli organizzatori della manifestazione sulla Poklonnaja avevano chiesto l’autorizzazione per 15 mila persone, e sono quindi stati multati per aver ampiamente superato questo limite; soglia varcata, come riferito da diversi quotidiani e confermato dalle nostre fonti locali, anche grazie alla partecipazione degli impiegati governativi e ai numerosi autobus fatti arrivare – anche pagando quanti si aggregavano – da altre zone del Paese. Tuttavia Putin, scrive la Rossijskaja Gazeta, ha «espresso solidarietà ai manifestanti nel rispondere alla legge»: in altre parole, ci spiegano da Mosca, aiuterà a pagare la multa. Un evento quindi molto più “pilotato” di quello della Bolotnaja, dove, scrive Utro.ru, «la gente è andata da sé, alcuni addirittura in costumi da carnevale».

Ancor più interessante della manifestazione anti-governativa al grido di “Per libere elezioni”, le cui ragioni e richieste sono da tempo note, è analizzare più in profondità quella pro-Putin. Se l’affermazione della Rossijskaja Gazeta che la manifestazione fosse «apartitica» sembra avere dell’incredibile, è significativo il fatto che molti degli slogan, più che un diretto sostegno all’attuale governo, manifestassero piuttosto la paura di un cambiamento fuori controllo: le fotografie mostrano cartelli come «Non vogliamo un ritorno agli anni Novanta», quando l’improvvisa caduta dell’Urss gettò il Paese nella crisi, e «No alla rivoluzione arancione», con riferimento a quanto accaduto in Ucraina. Non tanto una questione politica, dunque, quanto di timore.

Acquista dunque, se non una certa credibilità, quantomeno una comprensibilità, l’affermazione di Utro.ru che «le manifestazioni del 4 febbraio hanno diviso la società russa praticamente a metà». Divisione che, secondo le nostre fonti moscovite, vede tuttavia i giovani schierati quasi interamente dalla parte del cambiamento, mentre per una buona parte degli adulti e degli anziani la certezza che Putin verrà comunque rieletto si traduce in un sostanziale disinteresse dalla politica.

 

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