I due Figaro

Al Ravenna Festival la musica di Saverio Mercadante, zampillante di ritmi spagnoli e rossiniani reinterpreta la storia del celebre barbiere
I due figaro

Fresca dal festival di Salisburgo arriva a Ravenna l’opera del musicista pugliese, rappresentata a Madrid nel 1835 e da allora uscita di scena. Inspiegabilmente, perché i due atti sono un mare di musica zampillante di ritmi spagnoli e rossiniani, di dolcezze sentimentali che sfidano il miglior Donizetti. Mercadante si rivela originale soprattutto nei duetti amorosi, teneri ma non zuccherosi, perché è musicista virile, che sa il fatto suo.

 

La trama farebbe la gioia degli odierni scrittori di commedie all’italiana. Nel gioco dei sortilegi e degli equivoci e soprattutto di un Figaro adulto, molto meno simpatico di quando faceva solo “il barbiere”, e del giovane Figaro, scintillante ed astuto. Orchestratore di talento, Mercadante fa vivere all’orchestra la gioia del colore e del suono; in palcoscenico si svolge dunque l’azione del vecchio Figaro, tessitore di imbrogli, e del più giovane Figaro, più scaltro di lui a svelarne le tarme. Della serie, chi la fa l’aspetti. I personaggi  si sa, sono quelli famosi del Barbiere rossiniano e delle Nozze di Mozart.

 

Ma vero motore di tutto – della storia umana, spesso – è la sagacia femminile in cui primeggia Susanna, moglie accorta e affettuosa del “vecchio” Figaro che riesce a portare a conclusione la vicenda nella riconciliazione generale (come nelle Nozze di Mozart), ma dopo aver corso il pericolo che gli affetti reciproci, sul filo del rasoio, precipitino inesorabilmente. E a questo punto siamo già in uno spirito pre-donizettiano (quello che si esprimerà assai bene nel Don Pasquale), comico sì ma anche sottilmente cattivo, lontano dalle ariose commedie rossiniane e mozartiane.

 

La direzione di Muti Riccardo Muti, che ha scoperto la partitura, e l’ha presentata a Salisburgo, la dirige con un amore attento ad ogni dettaglio: è una lezione osservarlo dirigere da vicino, ed una emozione. Risponde vivace in ogni sezione l’orchestra Cherubini, svelando un gioiello da non perdere. Cast giovanile pieno di brio, tra cui la splendida Susanna di Eleonora Buratto, voce purissima, attrice spigliata e simpatica nel palco grazie anche alla regia spiritosa di Emilio Sagi, che non soffoca mai la musica e sa sfruttare ammiccamenti e sospiri,  e ai bei costumi di un settecento non manierato, ma elegante,  di Jésus Ruiz.

Quando si dice: uno spettacolo da rivedere.

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