I carismi all’ONU

Forse non tutti sanno che all'ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) sono presenti le Congregazioni religiose che offrono il loro contributo alla politica mondiale. A colloquio con John Kilcrann cssp.

“Le Nazioni Unite rimangono un luogo privilegiato nel quale la Chiesa è impegnata a portare la propria esperienza ‘in umanità’, sviluppata lungo i secoli fra popoli di ogni razza e cultura, e a metterla a disposizione di tutti i membri della comunità internazionale. Questa esperienza ed attività, dirette ad ottenere la libertà per ogni credente, cercano inoltre di aumentare la protezione offerta ai diritti della persona”1.

La Commissione USG/UISG

L’odierna Commissione USG/UISG2 per la Giustizia-Pace-Integrità del Creato trae la sua origine nel Sinodo del 1971. Inizialmente la USG e la UISG avevano commissioni di lavoro separate e in stretta collaborazione. Nel 1974 venne formato un Gruppo di lavoro congiunto che portò nel 1982 alla fondazione della “Commissione Giustizia e Pace”. Più tardi la Commissione ha assunto l’attuale denominazione e nel 1993 con l’apertura di un proprio ufficio è stato nominato un segretario esecutivo a tempo pieno.

Attualmente la Commissione ha 17 membri. Ne fanno parte: sei Superiori e Superiore Generali in numero pari, sei religiosi – di solito i Promotori per la Giustizia-Pace-Integrità del Creato nelle rispettive Congregazioni -, i segretari generali delle USG e UISG, il segretario esecutivo della Commissione, il direttore esecutivo del SEDOS3 e un rappresentante del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. I Co-Presidenti della Commissione sono W. Steckling omi e S. Galerón cm, Superiori Generali delle rispettive Congregazioni.

La Commissione ha come compito l’animazione delle Congregazioni religiose sui temi della giustizia, della pace e dell’integrità del creato, fornendo aggiornate e precise informazioni e materiale, soprattutto attraverso l’organizzazione di incontri pubblici e seminari.

La Commissione dispone attualmente di tre gruppi di lavoro. Il primo, che si occupa della tratta di esseri umani, è costituito da 20 membri che si riuniscono ogni mese.

Un secondo gruppo si occupa dell’integrità del creato. Si è costituito in seguito alla proposta di F. O’Connaire ofm alla conferenza SEDOS sul tema: “Missione ed Ecologia. La missione cristiana alla luce di ambiente in pericolo”, il 21 settembre 2007, di istituire una commissione permanente per animare le congregazioni religiose e le persone con cui lavorano verso una collettiva conversione ecologica. I membri del gruppo si sono già riuniti a ottobre e dicembre.

Il terzo gruppo, più antico, è quello dei Promotori per la Giustizia-Pace-Integrità del Creato. Alla fine degli anni ’80, un gruppo di animatori di lingua inglese sui temi della giustizia e la pace, provenienti da diverse congregazioni e presenti a Roma in qualità di consiglieri generali delle loro Congregazioni o come membri delle curie generalizie, decisero di riunirsi regolarmente per sostenersi a vicenda.

Molti di loro per diversi anni erano stati attivi nella pastorale della giustizia e della pace nel proprio paese o nelle loro province. Il gruppo si incontrava mensilmente nelle varie case generalizie, per informarsi sulle questioni, condividere e riflettere insieme e, soprattutto, per sostenersi reciprocamente nel lavoro di animazione sui temi della giustizia, della pace e dell’integrità del creato all’interno delle Congregazioni.

Il gruppo, inizialmente non molto numeroso, si qualificò subito, nell’ambito dell’USG, come gruppo di supporto bilingue (inglese e spagnolo), raccogliendo più di cento Congregazioni, che in questi anni hanno sempre di più integrato nella loro vita la pastorale della giustizia e della pace.

I religiosi all’ONU

Nel 2001 il gruppo dei Promotori per la Giustizia-Pace-Integrità del Creato ha dato vita ad uno speciale team di lavoro, il JPIC Promoters UN NGO Working Group, vale a dire un gruppo di lavoro delle ONG (Organizzazioni Non Governative) alle Nazioni Unite.

Questo particolare gruppo ha una storia interessante. È iniziato quando i Promotori hanno cominciato ad esplorare la possibilità che un gruppo di Congregazioni potesse richiedere lo status di ONG presso le Nazioni Unite. Alcuni dei Promotori hanno partecipato a un seminario a New York nel 2001, per verificare questo problema. La risposta è stata positiva e varie Congregazioni insieme hanno ottenuto il riconoscimento di ONG presso le Nazioni Unite alla sede di New York.

Attualmente gli Istituti religiosi accreditati in qualità di ONG alla sede ONU di New York sono circa 60. Molte di queste ONG sono presenti in reti collegate tra loro, come la Franciscan International. Altre ONG sono invece aggregate nel network VIVAT, costituito da otto Congregazioni: la Società del Verbo Divino, la Congregazione dello Spirito Santo (gli Spiritani) gli Oblati di Maria Immacolata, i Comboniani, le Adoratrici del Preziosissimo Sangue, e così via.

Le Congregazioni presenti all’ONU non cercano finanziamenti per i loro progetti educativi o di sviluppo, ma lavorano essenzialmente in una attività di “lobbying”, ovvero, di pressione politica al fine del raggiungimento di particolari obiettivi come la tutela, la difesa e la promozione dei diritti, la lotta all’esclusione sociale e alla povertà, il conseguimento della pace, la solidarietà e il sostegno per riconoscimenti giuridici, civili, ecc. Diventa così fondamentale essere accreditati all’ONU.

Da New York alle sedi regionali

Quando si parla di ONU, tanta gente pensa soltanto a New York. Invece la sede del Palazzo di vetro è solo una piccola porzione del sistema ONU. Per quanto riguarda i diritti umani, per esempio, si lavora nella sede di Ginevra, quella originaria della Società delle Nazioni.

Sui temi dell’alimentazione, e sui molti problemi sociali legati alla fame, si lavora alla FAO di Roma, mentre i temi dell’educazione di base e della cultura sono discussi e resi operativi all’UNESCO di Parigi.

La presenza degli Istituti religiosi è molto forte a New York, ma essi cercano di rendersi sempre presente a tutti i livelli. Certe discussioni si concludono a New York, ma bisogna tenere conto che le politiche concrete, come i programmi alimentari, i diritti delle popolazioni indigene nei loro territori, i diritti della donna, ecc., che interessano direttamente la presenza dei religiosi e le popolazioni delle diverse regioni del mondo, vengono discussi dalle Nazioni Unite nelle diverse regioni.

C’è molto lavoro da svolgere in queste sedi ONU, per mettere in contatto la base con il vertice e il vertice con la base. In questo duplice movimento bidirezionale è significativa la mediazione dei religiosi.

Il gruppo di lavoro delle ONG alle Nazioni Unite, costituito dai Promotori per la Giustizia-Pace-Integrità del Creato realizza la sua attività in una serie di settori.

1. Innanzitutto fornisce informazioni e assistenza alle Congregazioni che hanno l’intenzione di chiedere lo status di ONG presso le Nazioni Unite ed essere accreditate presso la sede ONU di New York.

2. Aiuta le Congregazioni, che hanno già riconosciuto lo status di ONG presso le Nazioni Unite, a collegarsi in rete con le altre Congregazioni e a collaborare su questioni di interesse comune.

3. Attualmente per le Congregazioni religiose sta studiando la possibilità di accreditamento come ONG delle Nazioni Unite presso la FAO a Roma.

Europa e USA

L’attività di lobbying delle Congregazioni religiose non riguarda solo il sistema ONU, ma anche l’Unione Europea, dove 50 di esse da venti anni svolgono un’azione di pressione politica, raccolte sotto la sigla AEFJN (Africa-Europe Faith and Justice Network). Commercio delle armi, agricoltura e acqua sono i temi del loro lavoro.

Da venticinque anni invece le Congregazioni religiose negli Stati Uniti sono unite sotto la sigla AFJN (Africa Faith and Justice Network), per esercitare lobby sul governo USA a Washington. Questa esperienza è stata di grande aiuto per iniziare la presenza dei religiosi nell’Unione Europea.

Il senso di una presenza

Qual è il senso della presenza dei religiosi nei luoghi della politica globale? Lo abbiamo chiesto a John Kilcrann cssp, membro del comitato esecutivo della Commissione USG/UISG per la Giustizia–Pace–Integrità del Creato e incaricato, insieme con Bernadette Sangma fma, del gruppo di lavoro delle ONG alle Nazioni Unite.

“Lo specifico apporto degli Istituti religiosi nella sede ONU è il seguente, e lo si comprende bene osservando come stanno lavorando: consiste nel dare espressione ai poveri. Le Organizzazioni Governative, infatti, manifestano in sede ONU una non conoscenza della povertà. Le ONG, che invece lavorano con i poveri, conoscono che cos’è la povertà, che cos’è la violenza.

Non vi sono altri gruppi così qualificati come le Congregazioni religiose nella conoscenza del lavoro dei poveri, delle loro esigenze, della loro situazione reale di povertà, perché le ONG degli Istituti religiosi sono a diretto contatto con il mondo dei poveri.

È perciò importante che gli Istituti religiosi siano presenti con le loro ONG in sede ONU, per portare dentro la ONU il mondo dei poveri. E la prima sfida che occorre superare è quella di ottenere il riconoscimento dell’Istituto religioso come ONG in sede ONU.

La seconda sfida o compito che una Congregazione deve affrontare, in quanto membro riconosciuto, è quella di partecipare il più attivamente possibile ed esprimere bene la propria membership in sede ONU.

Questo lavoro è veramente un’attività di evangelizzazione. Le Organizzazioni del sistema ONU sono, infatti, il nuovo areopago di oggi. Lo sforzo qui è duplice, perché occorre anche un serio impegno nel convincere i confratelli nelle proprie Famiglie religiose che il sistema ONU è un vero e proprio areopago, una nuova area di evangelizzazione.

L’ulteriore sfida che si deve affrontare, consiste nell’aiutare i confratelli delle proprie Famiglie religiose, che stanno lavorando e hanno le loro mani nelle ferite dei poveri, a prendere consapevolezza della loro importanza e che possono svolgere un servizio unico e straordinario: portare le ferite dei poveri a livello ONU.

Ho ben presenti i confratelli della mia Congregazione che in vari settori lavorano con i poveri a San Paolo del Brasile: essi hanno l’esperienza e la conoscenza per mostrare quale sia la realtà e quali iniziative occorra intraprendere a livello ONU.

In questa mediazione, in questi contatti, noi religiosi esprimiamo il legame che c’è tra fede e vita, tra la predicazione e il lavoro della vita di tutti i giorni. Perciò riteniamo che il sistema ONU è un areopago aperto a tutti noi.

Un luogo dove la Parola rivelata si fa vita e si incarna nelle situazioni della vita. La Parola allora trova la sua incarnazione proprio lì dove si prendono le decisioni. L’incarnazione della Parola, grazie alla nostra presenza a questo livello, trova la sua pienezza in una forma nuova mai sperimentata prima.

Per presentare qualche esempio concreto, occorre ribadire che la principale attività che lì si svolge consiste nel presentare e portare in sede ONU le esperienze di base, secondo i vari soggetti protagonisti: i temi della donna, della giustizia, degli indigeni. Non si tratta solo di descrivere la realtà, ma di fornire anche occasioni per l’assunzione di politiche pratiche.

Quando si trattano temi, come ad esempio l’ecologia in Asia, occorre accompagnare la trattazione dei temi ecologici in discussione, in una presentazione adatta ad una audience specializzata, e nello stesso tempo avendo la capacità di offrire una differente prospettiva.

Le azioni di advocacy vengono condotte di per sé su specifici argomenti. Così fa ad esempio la rete VIVAT, intervenendo a favore di una regione che è stata minacciata. Tutte le prospettive intraprese, e condotte fino all’assunzione di particolari linee politiche, sono a favore delle persone, a difesa della loro dignità e del loro lavoro.

José Boeing svd, ad esempio, è un religioso che ha lavorato su questioni di terra in Amazzonia. Alcune Congregazioni lavorano attivamente per affrontare e impedire la tratta di esseri umano, come le Suore del Buon Pastore che hanno messo in evidenza come questo particolare aspetto corrisponde al carisma della loro stessa Congregazione. Altre lavorano sui temi dell’ecologia, dell’ambiente. Tutte le esperienze di base vanno veicolate perché i luoghi del sistema ONU diventino luoghi dove si prendono delle decisioni giuste.

A noi religiosi occorre veramente crescere in una spiritualità che sia adatta a questa particolare forma di attività”.

 

1 Benedetto XVI, Discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, New York, 18.04.2008. 

2 USG (Unione Superiori Generali), UISG (Unione Internazionale Superiore Generali).

3 SEDOS (Servizio di Documentazione e Studi sulla Missione) è un forum aperto a tutti gli Istituti di Vita Consacrata, desiderosi di approfondire la loro comprensione della missione in senso globale (www.sedos.org).

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