Hollande cerca consensi

Sui media internazionali cresce il dibattito sul coinvolgimento di altri Paesi nelle operazioni militari in Siria ad opera della Francia
Hollande

“Rajoy rifiuta di offrire aiuto a Hollande prima delle elezioni”: è perentorio il titolo dello spagnolo El Paìs, nel riferire la posizione di Madrid a fronte della volontà francese di attaccare militarmente la Siria. «La Spagna deve offrire il suo aiuto o aspettare che sia la Francia a chiederlo? – si chiede il quotidiano -. La questione è bizantina, perché nelle relazioni diplomatiche non si chiede né si offre nulla senza sapere in anticipo che cosa si va a concedere, dopo aver opportunamente sondato il terreno». Terreno che però per il premier spagnolo pare essere a rischio sismico in vista delle elezioni generali del 20 dicembre. Per cui «la Spagna non ha fretta o, nelle parole del ministro della Difesa, preferisce “agire con cautela e senza essere precipitosi”». E questo nonostante Hollande abbia invocato per la prima volta l'articolo 42.7 del trattato Ue che impone agli Stati membri di darsi reciprocamente “aiuto e assistenza” in caso di aggressione. In definitiva, la Spagna «confida nel fatto che l'ambasciatore francese non arrivi alla Moncloa – la sede del governo – prima del 20 dicembre».

 

Più conciliante la posizione della Gran Bretagna, dato che, come riferisce il Times, il primo ministro Cameron ha dichiarato ad Hollande in visita che «combatteremo questo male con voi»; ed ha infatti offerto alla Francia l'uso di una base aerea a Cipro. Tuttavia, assicura il Guardian, «il ministro della Difesa ha confermato che non farà pressione per accelerare all'inizio della settimana un voto della Camera dei Comuni su una possibile azione militare in Siria». Voto su cui, come osservano diverse testate, potrebbe consumarsi la “discesa” del neoleader laburista Corbyn, che sostiene una posizione contraria all'intervento a differenza di una parte del suo partito. Anche per la Gran Bretagna, insomma, questa è diventata in una certa misura una questione di politica interna.

 

Anche gli Stati Uniti attendono una visita di Hollande, come ricorda il New York Times, dato che «il presidente ha intrapreso uno straordinario tour mondiale per convincere i suoi alleati a scendere in campo con lui». Dato che, con le elezioni regionali in Francia ra due settimane, «per l'impopolare Hollande c'è molto in gioco in questa questione […] , le sue necessità politiche sono qualcosa che Obama capirà facilmente. – Tuttavia – Obama è riluttante a coinvolgere maggiormente le sue forze armate nel caos siriano, e difficilmente Washington arriverà ad una coalizione con la Russia» – anche Mosca figura tra le tappe del tour presidenziale francese. Insomma, anche da oltreoceano Hollande potrebbe ricevere una risposta tiepida.

 

E infatti Le Monde titola «Le visite complicate di Hollande a Washington e a Mosca», dato che «le posizioni con Obama sulla Siria sono divergenti», e «le aspettative sulla visita a Mosca sono state riviste a ribasso: per quanto la Francia abbia fatto della lotta all'Isis la sua priorità, la Russia continua a sostenere Damasco, una solidarietà riaffermata da Putin nella sua visita a Teheran». I francesi non si aspettano dunque che lo zar cambi idea; e del resto basta una rapida scorsa ai giornali russi per capire quale sia il clima – inverno a parte – in quel di Mosca. Sulla home page di Utro campeggia una foto di un aereo con doverosa descrizione a grandi lettere dell'”incidente” che ha portato all'abbattimento di un jet russo al confine tra Siria e Turchia, così come sulla Komsomol'skayja Pravda e sulla Novaja Gazeta. Difficile quindi aspettarsi che la Russia scenda a qualche genere di compromesso sulla sua azione in quell'area.

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