Guerra in Yemen, premiata l’inchiesta “Doppia ipocrisia”

Anche tre giovani giornalisti freelance hanno ricevuto “le Colombe d’oro”, il Nobel italiano promosso da Archivio Disarmo. Il senso di “fare notizia” accessibile a tutti

Quest’anno il premio “Colombe d’oro per la Pace”, promosso dall’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, con il sostegno delle cooperative aderenti a Legacoop, è stato attribuito, tra gli altri, anche a tre giovani giornalisti freelance : Madi Ferrucci, Flavia Grossi e Roberto Persia.

Grazie alla loro videoinchiesta “Doppia Ipocrisia”, realizzato nel 2018 e vincitrice del Premio Robero Morrione, hanno messo in luce le responsabilità del governo italiano con riferimento alla produzione ed esportazione di bombe all’Arabia Saudita, Paese alla guida di una coalizione miliare impegnata nella guerra in Yemen. Tale conflitto, iniziato nel 2015 ha provocato circa 10 mila civili morti, 50 mila feriti, un milione di casi di colera e tre milioni di profughi interni oltre a 22 milioni di persone bisognose di cure.

La videoinchiesta mostra, dopo pochi secondi, l’immagine di una bomba inesplosa che riporta il marchio leggibile della fabbrica italiana RWM. Da qui inizia la coraggiosa inchiesta dei tre giovani giornalisti per capire e soprattutto spiegare il coinvolgimento italiano nel traffico di armi con l’Arabia Saudita.

L’esportazione di armi di produzione italiana all’estero è un tema controverso e poco conosciuto dall’opinione pubblica del nostro Paese, poiché mette in luce gli interessi spesso non trasparenti che si nascondono dietro l’export di armi, nonostante esista in Italia la legge 185 del 1990. «L’idea di questa inchiesta è nata inizialmente da un gruppo di giornalisti del New York Times – dichiara la giornalista Medi Ferrucci – ma noi abbiamo voluto approfondire le parti nascoste di questa storia, ripercorrendo, tappa dopo tappa, i viaggi di queste armi».

Ciò che emerge è il rimpallo delle responsabilità tra multinazionali italiane, tedesche e statunitensi, le quali aggirano le leggi nazionali e internazionali in una complicata triangolazione commerciale dove l’unico obiettivo è concludere contratti commerciali miliardari a scapito della popolazione civile yemenita.

«La cosa più complicata è stata quella di cercare di avere informazioni dagli azionisti della casa madre tedesca, ovvero la Rheinmetall – continua a raccontare Madi Ferrucci -;  è stato particolarmente difficile accedere alle informazioni che riguardavano quest’azienda».

Il governo italiano nel luglio scorso ha annunciato di voler sospendere l’export di bombe e missili all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi. Questa decisione è dovuta anche a questa inchiesta che ha avuto grande risonanza a livello mediatico, affiancandosi al costante lavoro della società civile, che da anni ha premuto per giungere a questa decisione.

“Doppia Ipocrisia” ha quindi il merito di avere contribuito a portare all’attenzione dell’opinione pubblica, non solo gli affari nazionali ed internazionali legati all’esportazione di armi in zone di guerra, ma anche a far conoscere cosa accade in Yemen, dove è in corso, secondo l’Onu, la peggiore crisi umanitaria al mondo.

«Il compito del giornalista è quello di dare forma ai fatti – sottolinea Madi Ferrucci – perché è importante, soprattutto in questo momento storico, raccontare alla gente comune situazioni complesse e difficili da comprendere affinché le persone conoscano la realtà».

Doppia ipocrisia è accessibile a questo link

 

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