Grecia: la tensione sociale sale

La maggioranza del Governo ha approvato con 153 voti su 300 la riforma delle pensioni e quella fiscale. La situazione rimane molto critica e non si intravvede l’uscita dal tunnel
Grecia

Il Premier sperava che il pacchetto di misure sulle pensioni e in materia fiscale avrebbe sbloccato la tranche di aiuti da 5 miliardi per pagare i debiti che scadono a luglio, e che, facendo il bravo studente, ci sarebbe stata una decisione sul taglio del debito pubblico all’Eurogruppo straordinario del 9 Maggio.

Malgrado gli scioperi di tre giorni di tutti i sindacati e delle classi produttive, i disordini e gli scontri tra i manifestanti in piazza Syntagma, dovute ai soliti anarchici che approfittano sempre di situazioni simili, la riforma è stata votata e il Governo ha cominciato a festeggiare una sua nuova vittoria.

Le misure prevedono un aumento delle tasse dirette e indirette di circa 3,6 miliardi, un aumento dell’Iva che arriva al 24 per cento e una riduzione della soglia di reddito esentasse a 8.500 euro (da 9.500 euro). Per quanto riguarda le pensioni, le norme prevedono una pensione nazionale minima di 384 euro al mese per vent’anni di contribuzione. Inoltre si riduce il numero degli enti previdenziali. Il Premier ha sostenuto che il 90% degli assegni previdenziali non sarà toccato e che le misure riguardano i nuovi assegni (ma in effetti questo vale fino al 2018). Il leader dell’opposizione, Kyriakos Mitsotakis di Nea Dimokratia, ha chiesto elezioni anticipate, ipotizzando una vittoria visto che, secondo i sondaggi, il suo partito è in vantaggio di 6 punti.

Dall’altra parte la gente è più realista, se non addirittura pessimista. Ormai, quasi tutti hanno capito che le promesse fatte da Tsipras non saranno mai mantenute, che lui ha concluso un accordo molto peggiore di quello del precedente Governo; in sostanza non cambia niente, anzi, tutto peggiora e la vita quotidiana sta diventando drammatica da tutti i punti di vista. La gente non riesce a vedere una luce in fondo al tunnel dal momento che i leaders dei partiti non riescono a collaborare, non si vedono prospettive di sviluppo all’orizzonte, la recessione è profonda e l’Ue non ha nessuna intenzione di ridurre il valore nominale del debito pubblico. Inoltre, nessuna riforma sulle pensioni può essere sostenibile e nessun ente previdenziale è in grado di sostenersi con un milione e mezzo di disoccupati.

L’Eurogruppo straordinario, come previsto, non ha preso nessuna decisione finale: tutto è stato rimandato al 24 Maggio e si capisce che non ci sarà una decisione finale in breve tempo. Un altro punto di preoccupazione riguarda il pacchetto di misure preventive richieste dai creditori visto che in Grecia il parlamento non può approvare misure preventive.

Sembra proprio che le misure richieste vengano determinate dall’agenda del Governo e dell’opposizione di un altro Paese, che si stia svolgendo una partita tra Eurozona e Fondo Monetario Internazionale, che le misure proposte, o meglio imposte, non hanno nessuna logica, almeno non per un Paese già stremato.

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