Giunta regionale bloccata

Mancano donne nell'esecutivo e il Tar blocca il lavoro del governatore Cappellacci
La giunta Cappellacci Sardegna

Come a Roma così a Cagliari il Tar ha bocciato la formazione della Giunta. Gianni Alemanno e Ugo Cappellacci accomunati dalla stessa vicenda: l’assenza di donne nell’esecutivo da loro guidato.

 

Il caso In Sardegna lo scorso ottobre la compagine guidata dal presidente Ugo Cappellacci aveva estromesso le quattro donne presenti, per lasciare spazio a soli rappresentanti maschili, alcuni dei quali segretari dei partiti di maggioranza.

La decisione dei giudici arriva dopo il ricorso presentato dalle donne dell’opposizione, presenti in Consiglio Regionale, le quali, all’indomani della nuova composizione della Giunta, avevano annunciato un ricorso al Tar che, dopo quasi dieci mesi, si è pronunciato.

 

Le motivazioni Il presidente della Giunta regionale «non ha compiuto la necessaria attività istruttoria per acquisire la disponibilità alla nomina di persone di sesso femminile, né ha motivato adeguatamente le ragioni della mancata applicazione del principio dell’art. 51 della Costituzione». Lo sostengono i giudici del Tar Sardegna nelle diciotto pagine della sentenza, con la quale hanno evidenziato come “l’art 51, come il 3, il 97 e il 4 della Costituzione operano di per sé, senza bisogno di disposizioni attuative ulteriori”. Il Tar ha ribadito “l’accesso in condizioni di eguaglianza ai pubblici uffici e cariche elettive, a prescindere dal sesso di appartenenza. Nella vicenda – scrivono i giudici – si evidenzia una tenace e riaffermata volontà politica di escludere le donne dalla gestione dell’ente regione, con l’implicita ammissione che solo una legge regionale potrà eventualmente costringere ad una composizione equilibrata della Giunta”. C’è stata, quindi, “una totale disapplicazione delle norme e dei principi costituzionali volti ad affermare l’esigenza che non ci siano forme di discriminazione a carico delle donne non solo in occasione dello svolgimento di competizioni elettorali, ma anche e soprattutto allorché si cerchi di procedere alla nomina degli organi deputati alla gestione dell’Ente regione”.

 

La risposta della Regione Dal canto suo il presidente Cappellacci ha annunciato che non farà ricorso al Consiglio di Stato. «Le sentenze si rispettano», così, il presidente della Regione ha commentato la decisione dei giudici. «Nella prima Giunta ho nominato per scelta politica e per convinzione diverse donne», ha aggiunto il Presidente nel ricordare anche i numerosi ruoli ricoperti da figure femminili nell’amministrazione e negli enti regionali. «Sarò lieto, pertanto, di poter uniformare la composizione della Giunta ai rilievi del tribunale amministrativo regionale».  Entro lunedì al massimo, secondo fonti vicine alla presidenza, è previsto che l’Esecutivo venga riformulato, con l’ingresso di alcune esponenti di area centro destra. Cappellacci ha parlato di almeno quattro donne, mentre gli alleati si sono dimostrati più cauti, anche perché per 4 che entrano ce ne sono altrettanti che dovranno uscire: il problema sarà capire chi dovrà cedere l’ambita poltrona di assessore.

 

Colmato deficit democratico Ha espresso la propria soddisfazione per la decisione del Tar la presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, del Pdl. «Questa decisione”, ha detto la Presidente, colma un deficit di democrazia in quanto trova finalmente piena applicazione il dettato dell’articolo 51 della Costituzione. Un articolo fondamentale che viene così affermato nella sostanza, e non più solo nella forma, fissando il principio che l’equa rappresentanza non è una questione di genere, ma un problema di qualità della nostra democrazia».

 

L’opposizione Per le opposizioni di centro sinistra invece quanto sancito dal Tar  «è l’ennesima conferma di quanto sia inadeguata la maggioranza, ormai a pezzi, che governa la Regione» ha affermato il segretario regionale del Pd, Silvio Lai. «Una sentenza che dà ragione, doppiamente, alle denunce e prese di posizione del Pd. Da una parte c’è, infatti, la sentenza che annulla un esecutivo e quindi una vittoria sotto il profilo giuridico. Dall’altra una vittoria morale. Cappellacci e la sua maggioranza devono fare solo una cosa per il bene dei sardi. Rassegnare le dimissioni».

 

Un richiesta rispedita al mittente dato che le forze di maggioranza in queste ore proseguono il lavoro per trovare una soluzione in grado di evitare una possibile crisi di giunta.

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