Giù le mani dalla Rete

La neutralità di Internet, garanzia di uguale trattamento per tutti gli utenti, potrebbe finire il 14 dicembre

Il prossimo 14 dicembre, la Commissione federale Usa sulle telecomunicazioni potrebbe cambiare le regole di Internet in un modo potenzialmente devastante. Finora la regina delle reti ha avuto una caratteristica decisiva per il suo successo globale: la neutralità. In pratica qualsiasi utente, grande o piccolo, famoso o sconosciuto, americano o asiatico, ricco o povero, veniva trattato allo stesso modo, per cui i messaggi viaggiavano tutti alla stessa velocità.

Se invece verranno abolite le regole varate fin dal 2005 (era Bush), e rese più stringenti da Obama, le società di telecomunicazione e le tv via cavo potranno cominciare a fornire servizi migliori agli utenti che pagano di più, rallentando i messaggi degli utenti “normali”. Gli effetti di questa decisione non si limiteranno agli Usa, dove ogni grande attore di Internet sta facendo i conti di quanto guadagnerà o perderà, ma probabilmente avranno conseguenze a cascata in tutto il mondo.

Già da qualche anno si parla di “balcanizzazione” di Internet, intendendo con questo termine il sorgere di barriere alla libera circolazione dei messaggi: vari governi attuano, infatti, politiche di censura sempre più invasive, impedendo lo scambio e la ricerca di informazioni a loro sgradite. Se a questo si aggiungerà la perdita della neutralità, vorrà dire lo spirito libertario ed egualitario dei primi tempi di Internet è definitivamente sepolto.

Anche in Europa il dibattito sulla questione è “caldo”. Il 13 dicembre la Commissione pubblicherà un rapporto su come le autorità nazionali di controllo stanno assicurando l’applicazione corretta della neutralità di Internet nei vari Stati membri. Esiste, infatti, una pratica adottata da vari operatori telefonici europei, lo zero rating, che offre un trattamento tariffario scontato a certe applicazioni.

In Europa, in America e in Asia, la neutralità della Rete è sempre più in balia degli enormi interessi commerciali in gioco. C’è qualcuno che ha ancora interesse a difendere Internet?

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