Giovani e adulti ripuliscono giardini

Generazioni opposte per un obiettivo comune: educare alla cura dell’ambiente

Al monito di Greta Thunberg «Non abbiamo un pianeta B» per richiamare all’emergenza climatica i potenti del pianeta che non trattano i problemi legati all’ambiente con la stessa urgenza del movimento Friday For Future, molti sono i cittadini che si attivano per ripulire le città, sollecitare le persone all’educazione ambientale. Educare al decoro, alla pulizia degli ambienti del quotidiano, al riciclo dei rifiuti, alla riduzione dei consumi e al tanto celebrato “plastic free” è innanzitutto un processo culturale. L’impegno attivo delle nuove generazioni spinte dalla giovane svedese rappresentano quel desiderio di cambiamento che è necessario rendere concreto per il loro futuro.

L’azione dei giovani stimola ad accelerare il processo per salvaguardare l’ambiente e senza dubbio allarga le prospettive a non guardare soltanto il proprio orticello di casa, cercando di educare anche gli adulti. L’interesse all’emergenza climatica è globale, ma l’effettivo impegno parte dalle strade e dalle piazze frequentate nella vita quotidiana.

Numerose sono le iniziative di cittadinanza attiva di liberi cittadini che dedicano il loro tempo alla pulizia di spiagge, coste, giardini. L’idea di “bene comune” si sta espandendo in maniera virtuosa anche nel mezzogiorno, spesso etichettato per il degrado e la sporcizia. Eppure nel territorio barese è bello scoprire che due generazioni agli antipodi, anziani e giovani, si stiano adoperando per lo stesso obiettivo di salvaguardia ed educazione ambientale. Inevitabilmente tali gesti diventano virali sui social network incentivando proprio quel circolo virtuoso.

Quello della nonna Angelina ottantenne di Bari, è stato segnalato anche sulla pagina Fb del sindaco Antonio Decaro. La donna ogni giorno frequenta il giardino Garibaldi, una delle poche aree verdi al confine tra il quartiere Libertà e il Murat: molto spontaneamente, armata di scopa e paletta prestate dalla titolare del bar, ha pulito le aiuole del giardino ripulendolo dalle erbacce. Fotografata e ripresa da alcuni cittadini, quando le è stato chiesto il motivo del suo gesto, in modo molto naturale ho soltanto risposto: «Non capisco questo clamore, non è la prima volta che sono costretta a pulire. Cosa dovevo fare? Era tutto sporco, ho chiesto la scopa e ho spazzato. Non è stata la prima volta. La gente non ha rispetto di questo posto, il sindaco dovrebbe multare gli sporcaccioni e, possibilmente, curare meglio gli alberi». Si tratta di un esempio positivo anche per molte persone della stessa età di nonna Angelina, inclini a non aver rispetto proprio di quel giardino.

L’altro esempio che merita attenzione proviene da Sannicandro di Bari a circa 20 km dal capoluogo pugliese. Durante l’estate due ragazzi di 9 e 12 anni si sono dati appuntamenti per tre volte la settimana nella Villa Comunale e con guanti e sacchi la ripuliscono dalla spazzatura e soprattutto invitano i concittadini a non sporcare. Hanno dato una svolta alla loro estate, attivandosi sui social creando una pagina “Save your mother earth” che ha permesso di allargare il gruppo di giovani volontari tutti under 15. Dalle loro giornate di pulizia sono riusciti a smaltire oltre 20 chili di rifiuti raccolti da uno dei loro papà obbligato a tenere i rifiuti presso la sua abitazione aspettando il giorno predisposto per la raccolta differenziata. L’iniziativa dei giovani, partita in estate, ha avuto un notevole passaparola arrivando ovviamente al Comune a cui è stato chiesto di facilitare lo smaltimento dei rifiuti durante la loro attività.

Anziani e giovani, quelli della porta accanto rappresentano le tappe di quel cambiamento prima di tutto culturale per rispondere al cambiamento ambientale. Ognuno di noi, in maniera naturale, spontanea, individuale o aggregativa può ritagliare un ruolo fondamentale per attuare questo cambiamento.

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