Gesù sotto la legge

«Il Verbo si fece carne» (Gv 1,14), si legge nel prologo al vangelo secondo Giovanni. Potremo tradurlo, nella circostanza presente: l’Infinito divino si fece limite; e questo limite è la nostra condizione umana con tutte le carenze che essa comporta, inclusa la morte. Un inno che Paolo ha ripreso nella lettera ai Filippesi e che parla di kenosi: cioè di abbassamento, di svuotamento, «diventando simile agli uomini» (Fil 2,7), come continua l’inno.  E lo stesso Paolo non teme di caratterizzare questa rassomiglianza con l’espressione: «Dio mandò il proprio Figlio in similitudine di carne del peccato» (Rm 8,3), e cioè nella condizione della nostra carne di peccato.  Non vorrei tanto fermarmi su questi limiti di Gesù che fanno di lui un uomo del suo tempo, con la sua fisionomia propria. Ho dato a questo intervento il titolo: “Gesù sotto la Legge”, e vorrei quindi occuparmi del limite di Gesù in tale prospettiva.  Nella lettera ai Galati, in un testo parallelo a quello appena citato della lettera ai Romani, Paolo scrive che Dio mandò il suo Figlio «nato da donna, nato sotto la Legge» (Gal 4,4). «Nato da donna» significa che Gesù è vero uomo...

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