Germania, l’estrema destra oscura la Merkel

Il partito populista che si scaglia contro l'entrata degli stranieri nel Paese entra anche nel Parlamento del land Meclemburgo-Pomerania con il 20,8 per cento dei voti. Secondo gli analisti sarebbe un voto di protesta contro la politica dell'immigrazione del governo, anche se la regione è interessata solo marginalmente dai flussi migratori
Frauke Petry (a sinistra)

I tedeschi hanno la fortuna di vivere in uno dei Paesi più sicuri del mondo e la loro più grande paura è di perdere questa sicurezza: questa è una delle conclusioni che possiamo trarre dal loro comportamento elettorale negli ultimi mesi. Il risultato delle elezioni parlamentari di domenica scorsa nel land Meclemburgo-Pomerania non è stato sorprendente, ma prevedibile. Il nuovo partito AfD (Alternativa per la Germania) ha potuto estendere il successo già conseguito nel marzo scorso, quando era entrato in diversi Parlamenti regionali: Assia (11,9 per cento dei voti), Baden-Württemberg (15,1), Renania-Palatinato (12,6) e Sassonia-Anhalt (persino 24,3), adesso con il 20,8 per cento dei voti anche nel land poco popolato nel nordest del Paese. Con ciò è diventato il secondo tra i partiti più forti di questa regione. Ora è presente in 9 dei 16 Parlamenti dei länder.

 

Con l’afflusso di più di un millione di rifugiati durante gli ultimi dodici mesi nel Paese sono senz’altro cresciuti la xenofobia e le simpatie per l’estrema destra. Ma gli elettori dell'AfD, partito populista che si scaglia contro l’entrata di troppo stranieri e un numero crescente di musulmani nel Paese, sono xenofobi e di estrema destra? Secondo i sondaggi, coloro che hanno votato per l'AfD rappresentano tutti gli strati sociali e provengono da tutti gli schieramenti politici, e il partito è riuscito a coinvolgere persone che non hanno votato in precedenza: la partecipazione è cresciuta dal 51 al 61 per cento rispetto alle elezioni di cinque anni fa. Le valutazioni successive al voto hanno messo in evidenza che la politica sull’immigrazione del governo ha pesato sui risultati elettorali in queste regionali: in tanti avrebbero votato per l'AfD senza condividere il programma del partito nella sua totalità, ma esprimendo un voto di protesta contro il governo della Merkel e la sua coalizione CDU-SPD.

 

Mentre i partiti all’opposizione si sono inseriti in questo coro di protesta, i risultati elettorali hanno diviso i partiti al governo. C’è chi appoggia la Merkel, che non vuole cambiare rotta, e c’è chi si schiera dall’altra parte. Stupisce che il tema dei rifugiati incida così fortemente in Meclemburgo-Pomerania, dove abitano pochissimi stranieri e dove sono arrivati pochissimi rifugiati. C'è una grande incertezza e una grande paura del cambiamento, dell’Europa, dell'Islam, dei rifugiati. Gli elettori dell'AfD non credono che questo partito sappia risolvere i problemi, ma hanno l’impressione che contrariamente alla classe dirigente al governo chiami le cose col loro vero nome. Si sentono capiti e presi sul serio nelle loro paure.

 

Invece di fornire argomenti che potrebbero stemperare razionalmente queste paure, sono spesso i politici stessi che le accendono con il loro linguaggio avvelenato, la loro poca lungimiranza e con una mancanza di coerenza all'interno dei partiti stessi. I partiti al governo hanno finora rifiutato ogni collaborazione con l'AfD. Questa strategia potrebbe risultare un grande errore, perché sarebbe la conferma per gli elettori dell'AfD che i politici e i partiti non si muovono e sono di un'epoca ormai passata.

 

Senza voler sminuire i segnali preoccupanti che provengono da queste elezioni regionali, mi piace ricordare che nonostante tutte le insicurezze, una gran parte della popolazione continua ad adoperarsi con entusiasmo e pazienza per l'integrazione degli immigrati. Le prossime elezioni parlamentari si svolgeranno il 18 settembre nella provincia di Berlino. Sarebbe una sorpresa se l'AfD guadagnasse molto meno del 10 per cento dei voti.

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