“Gaudete et Exsultate” e i santi della porta accanto

Un commento alla terza esortazione apostolica del papa sulla "chiamata alla santità nel mondo contemporaneo"
Volontariato

Papa Francesco rilancia uno dei temi principali del pontificato di Joseph Ratzinger, quello della “gioia” ma lo declina in un modo del tutto diverso, facendola scaturire dall’impegno sociale più che dalla contemplazione mistica. È un cambio di passo, a 5 anni dall’inizio del pontificato di Bergoglio, quello al quale ci chiama il documento Gaudete et Exsultate”, esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo.

Con questo testo, Francesco difende la sua “svolta” che schiera di fatto la Chiesa nella trincea faticosamente scavata in questo periodo da chi non vuole rinunciare a difendere i non nati, i poveri, i migranti. “Non si tratta dell’invenzione di un papa”, talvolta accusato di comunismo. Né di “un delirio passeggero”.

A tutti Bergoglio rivolge l’invito a seguire le Beatitudini e a far prevalere sempre la misericordia. Alla superficialità con la quale molti rinunciano a dare uno scopo alla propria vita, il Pontefice replica infatti indicando “la santità della porta accanto”, l’esempio diffuso, cioè, di una vita impegnata e consapevole.

Il discernimento – spiega Francesco– è necessario non solo in momenti straordinari, o quando bisogna risolvere problemi gravi. Ci serve sempre. Molte volte questo si gioca nelle piccole cose”. Secondo il papa, del resto, “il consumismo edonista può giocarci un brutto tiro. Anche il consumo di informazione superficiale e le forme di comunicazione rapida e virtuale possono essere un fattore di stordimento che si porta via tutto il nostro tempo e ci allontana dalla carne sofferente dei fratelli”.

Il papa in particolare mette in guardia dalle “ideologie che mutilano il cuore del Vangelo” e descrive “la grande regola di comportamento”. “Quando incontro una persona che dorme alle intemperie, in una notte fredda, posso sentire che – scrive il pontefice – questo fagotto è un imprevisto che mi intralcia, un delinquente ozioso, un ostacolo sul mio cammino, un pungiglione molesto per la mia coscienza, un problema che devono risolvere i politici, e forse anche un’immondizia che sporca lo spazio pubblico. Oppure posso reagire a partire dalla fede e dalla carità e riconoscere in lui un essere umano con la mia stessa dignità, una creatura infinitamente amata dal Padre. Questo è essere cristiani!”.

Papa Francesco
Papa Francesco

Invece “spesso si sente dire – lamenta Bergoglio – che di fronte al relativismo e ai limiti del mondo attuale, sarebbe un tema marginale, per esempio, la situazione dei migranti. Alcuni cattolici affermano che è un tema secondario rispetto ai temi ‘seri’ della bioetica”.

Il papa infine se la prende con i blogger tradizionalisti (e anche con i media cattolici, per la verità) condannandone la tendenza “a eccedere i limiti”. “Si tollerano la diffamazione e la calunnia, e sembrano esclusi ogni etica e ogni rispetto per il nome altrui”. “Tutti, ma specialmente i giovani, sono esposti a uno zapping costante. Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento”.

L’esortazione apostolica di papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo è articolata in cinque capitoli nei quali non ci si deve aspettare, come scrive lo stesso Francesco nell’introduzione, “un trattato sulla santità, con tante definizioni e distinzioni che potrebbero arricchire questo importante tema, o con analisi che si potrebbero fare circa i mezzi di santificazione. Il mio umile obiettivo – sottolinea – è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità. Perché il Signore ha scelto ciascuno di noi ‘per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità’”.

Dalla ‘Chiamata alla santità’ (trattata nel primo capitolo) in cui il pontefice spiega chi sono i ‘santi della porta accanto’ e quale missione ognuno di noi può avere, nel secondo capitolo si descrivono i ‘due sottili nemici’ della santità: lo gnosticismo e il pelagianesimo. Ma come si fa ad arrivare a essere un buon cristiano? La risposta è nel terzo capitolo ‘Alla luce del Maestro’, in cui il discorso della Beatitudini di Gesù è un modello al quale aspirare.

Nel quarto capitolo si prendono in esame ‘alcune caratteristiche della santità nel mondo attuale’ e infine nel quinto capitolo (‘Combattimento, vigilanza e discernimento’) si sottolinea come la vita cristiana sia “un combattimento permanente”, in cui si richiedono “forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo e annunciare il Vangelo. Questa lotta è molto bella – conclude Francesco -, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita”.

Sull’esortazione del papa leggi anche:

Francesco e la chiamata alla santità

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