Gambia, proteste contro il presidente

Centinaia di manifestanti che chiedevano la partenza del presidente Adama Barrow sono stati arrestati domenica nella capitale, Banjul, in un Paese che fatica ad abituarsi alla democrazia
Nicolas Asfouri/Pool Photo via AP

I fatti: gli arresti sono avvenuti nel momento in cui i manifestanti hanno voluto deviare dall’itinerario autorizzato per avvicinarsi al centro della capitale del Gambia. La polizia li ha dispersi violentemente con gas lacrimogeni. 137 persone sono state quindi arrestate dalla polizia, altre in fuga stanno tentando di lasciare il territorio, secondo il governo. Sebbene non vi siano stati morti, «alcune persone hanno riportato ferite potenzialmente letali, tra cui 18 membri delle forze di sicurezza e sette civili», ha detto una fonte governativa.

I manifestanti hanno risposto alla chiamata a contestare del movimento Three Years Jotna, il cui presidente Abdu Njie sarebbe stato arrestato dalla polizia, secondo un tweet di Fatu Network.

Il governo del Gambia ha lanciato il suo violento contrattacco a tale movimento di contestazione che chiede la partenza del presidente Adama Barrow, vietando immediatamente l’appartenenza al gruppo che sta dietro la rivolta. Le autorità hanno anche deciso di chiudere due radio, Home Digital FM e King FM, accusandole di aver servito da piattaforma per la diffusione di messaggi che incitano ad unirsi al collettivo anti-presidenziale in modo anche violento, il tutto per «minacciare la sicurezza del Gambia».

In realtà, secondo lo statuto fondatore della Coalizione 2016 che lo aveva eletto, il presidente Barrow avrebbe guidato un governo provvisorio per tre anni prima di organizzare nuove elezioni, dopo il lungo periodo di dittatura del presidente Hahya Jammeh, 22 anni spietati che avevano provocato un continuo flusso di emigrazione dal Paese, soprattutto di giovani.

Ma Barrow ha abbandonato gli alleati il 31 dicembre, lanciando il suo proprio partito politico (National People’s Party) che avrebbe dovuto consentirgli, secondo alcuni osservatori, di vincere le prossime elezioni. Un inizio di regime forte, dunque.

In particolare Adama Barrow, contrariamente a quanto deciso con gli alleati, ha affermato che «nessuno può costringermi a lasciare la presidenza prima del 2021». Alla fine di marzo, aveva invece dichiarato: «Andremo alle elezioni del 2021 e trasmetterò il potere con dignità a chiunque vinca», secondo quanto riportato dal quotidiano The Standard.

Il Gambia fa fatica ad abituarsi al gioco democratico. Nulla di strano, dopo tanti anni di dittatura.

 

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