Forti senza violenza

Con l'associazione “Starkmacher” e il gruppo del Movimento dei focolari Gen Rosso: azione e riflessioni fatte dai ragazzi sul palco. La loro storia nel libro "Una buona notizia"
Forti senza violenza
«Innanzitutto l’educazione dei giovani, di qualsiasi origine sociale, deve essere impostata in modo da suscitare uomini e donne, non tanto raffinati intellettualmente, ma di forte personalità, come è richiesto fortemente dal nostro tempo». Sono parole tratte da una delle sessioni del Concilio Vaticano II. A cinquant'anni di distanza sono ancora fortemente attuali perché toccano una delle emergenze dei nostri giorni: quella educativa. Anche nel libro Una buona notizia ci sono tante storie di giovani, ma anche di adulti impegnati con i ragazzi. Una di queste viene dalla Germania e ve la raccontiamo per l'ultimo appuntamento della rubrica.


«Tutto iniziò durante un viaggio in macchina. Mathias Kaps, insegnante, e Christian Röser, agronomo ed esperto di

formazione, si dicono che è giunto il momento di dare attuazione al progetto cui da tempo stavano pensando.

Non avevano la minima idea, allora, di che cosa si sarebbe messo in moto nel giro di pochi anni. Solo una cosa sanno:

di voler realizzare un progetto improntato fortemente ai valori cristiani per contribuire a un cambiamento nella società, specie nel mondo giovanile. Oggi il loro lavoro è sovvenzionato da vari programmi dell’Unione Europea e gode

del patrocinio della commissione tedesca dell’Unesco.


«Ma andiamo con ordine. Nel 2006 nasce in Germania l’associazione “Starkmacher”. Suo scopo è quello di rafforzare

nelle persone e soprattutto nei giovani la fiducia in se stessi e la capacità di donarsi agli altri. Il primo di una lunga serie di progetti è emblematico del percorso intrapreso. Si chiama “Stark ohne Gewalt” (Forti senza violenza),

un evento-spettacolo che continua a ripetersi pur essendo ogni volta particolare e unico. In collaborazione con diversi partner e in particolare con il gruppo musicale internazionale Gen Rosso di Loppiano (Firenze), “Forti

senza violenza” si è svolto già in più di 50 scuole, enti per i giovani e istituti penitenziari, in tutta Europa. In diversi

workshop, sul palco e dietro le quinte, i giovani allestiscono, insieme ai membri della band, alcune parti del musical

Streetlight. Alla fine di una settimana di lavoro intenso e coinvolgente, realizzano lo spettacolo davanti a un grande

pubblico. Dopo l’esibizione i giovani sprizzano felicità e fierezza. Sorprendono anche gli osservatori più critici, oltre

che naturalmente gli insegnanti e i genitori. I più duri a convincersi delle proprie capacità sono loro, ma in un crescendo

di stima verso gli altri matura in loro anche l’autostima. Musica e performance toccano le corde più sensibili, specie di chi si trova ai margini della società. Ma non solo i giovani traggono vantaggio dall’esperienza.


«Un assistente sociale, dopo tanti anni di lavoro nella scuola, così commentava: "Ho preso nuovamente coscienza

delle grandi potenzialità dei ragazz"». E confessava: "So di nuovo perché amo il mio lavoro". Dopo questa, altre iniziative si sono sviluppate in diversiambiti, quali cultura, sport e politica. Senza ricette pronte, ma con gli occhi ben aperti al potenziale di crescita dei giovani nel campo della creatività e della socialità. La cerchia dei promotori, negli ultimi anni, si è arricchita di molti collaboratori e sostenitori. Non sono tutti cristiani, ma condividono gli stessi valori e lo stesso modo di rapportarsi l’uno con l’altro. Una traduttrice: "Mi sono inserita nel progetto pensando di essere assai capace e di poter aiutare gli altri. Lavorando qui ho sperimentato i miei limiti. È solo grazie ai giovani che comprendo in maniera tutta nuova cosa significa l’amore di Dio. Alla fine sono io quella che riceve di più"».



Per altre info:

www.starkohnegewalt.de

www.starkmacher.eu


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