Forse verso la fine delle violenze in Ucraina

Schiarita all’Est, dove le Forze armate sembrano aver avviato l’avanzata finale riconquistando le posizioni occupate dai filorussi. Restano le incognite sulla gestione della regione. Reso noto il rapporto parlamentare sui fatti della Maidan
Ucraina

Prima Sloviansk e poi Kramatorsk, ma anche Artemivsk e Droujkivka: negli ultimi giorni l’esercito ucraino ha riconquistato città che per settimane sono state in mano ai filorussi. I ribelli si sono ritirati a Donetsk da Sloviansk, per settimane simbolo della resistenza a Kiev. La bandiera ucraina è tornata a sventolare sui palazzi istituzionali.I politici ucraini sostengono che è stato raggiunto un punto di non ritorno nel conflitto. La campagna militare condotta dall’esercito di Kiev stia progredendo, lentamente ma inesorabilmente.

Tuttavia la situazione nell’Ucraina dell’Est resta ancora tesa, a causa della presenza dei ribelli in sette città delle regioni di Luhans'k e di Donets'k (Donets'k, Horlivka, Luhans'k, Snizhne, Antratsyt, Krasnodon, Severodonets'k). Nella zona di Luhans’k i filorussi stanno usando i mezzi corazzati con le bandiere ucraine. E aprono il fuoco senza precisione. Proprio oggi un colpo di artiglieria ha colpito un minibus nella città di Lugansk, uccidendo due persone e ferendone altre quattro.

Kiev si dice pronta a un cessate il fuoco bilaterale il prima possibile, se la Russia usasse la sua influenza per convincere i separatisti a prendere lo stesso impegno. Lo ha affermato il ministro degli Esteri ucraino Pavel Klimkin incontrando i giornalisti. E, a margine delle dichiarazioni di distensione, lo stesso ministro Klimkin ha anche lanciato una sorta di nuova sfida alla Russia quando ha affermato che «la Crimea non è perduta, faremo tutto il possibile per riprendercela. La Crimea è una regione speciale, per molti aspetti economici dipende ancora da Kiev, il referendum che si è tenuto è fasullo». 

Ieri tra l’altro il nuovo presidente ucraino Petro Poroshenko aveva anticipato il proseguimento dell'offensiva: «Il mio ordine è quello di stringere il cerchio intorno ai terroristi», ha detto. «Il capo supremo ha approvato un piano che copre tutte le fasi della liberazione della nostra terra dalla destabilizzazione», ha aggiunto un rappresentante del Consiglio di sicurezza nazionale. L'autoproclamato governatore della regione di Donetsk, Pavel Gubarev, aveva minacciato una «vera e propria guerra partigiana all'interno del perimetro della città», in cui vivono più di un milione di persone.

Rinat Alhmetov, ricchissimo oligarca ucraino, re dell’acciaio e padrone della squadra dello Shaktar Donetsk,ha invitato le fazioni in lotta a tenere colloqui senza precondizioni. «Non c'è altro modo di raggiungere la pace oltre alle trattative», ha detto. Akhmetov era vicino al deposto presidente Yanukovitch ed era statopersino sospettato di avere aiutato economicamente i separatisti. Le male voci sussurrano che,essendocambiate le condizioni politiche del Paese,la volontà di non perdere posizioni di rendita lospingono a cambiare idea.

Nei paesi liberati dai ribelli, la popolazione locale sembra andare incontro alle forze dell’antiterrorismo con sinceri sentimenti di liberazione. Ora il problema prioritario è quello di riavviare una convivenza pacifica. Perciò sono gli aiuti umanitari ad essere forniti per prima. Significativo un caso accaduto a Sloviansk, quando un paio di ribelli, mascherandosi tra gli abitanti locali, si sono messi in coda con la speranza di ottenere una porzione di salsicce. Gli stessi abitanti li hanno indicati ai militari.

Nel frattempo, una specifica commissione investigativa della Verkhovna Rada, il Parlamento dell'Ucraina, presieduta da Hennadiy Moskal,  ha terminato la propria verifica degli eventi, comprese la strage dei manifestanti del 18-20 febbraio sulla Maidan (Piazza dell'Indipendenza) e nelle vie adiacenti. Il Presidente della commissione parlamentare di inchiesta, Gennady Moskal, ha sottolineato che laCommissione oggi invierà tutto il materiale dell'inchiesta all'Ufficio del Procuratore generale dell'Ucraina. Tuttavia lo stesso Moskal ha pubblicato parte del rapporto sul suo sito ufficiale. Nel rapporto, in particolare, ha osservato come Viktor Yanukovich, a quel tempo presidente della Repubblica dell'Ucraina e comandante supremo delle Forze armate, non ha applicato alcuna misura per fermare le violenze subite da chi si opponeva in modo civile, provocando cosù numerose vittime tra i cittadini ucraini. La Commissione ha concluso che Yanukovich era a capo di un'organizzazione criminale i cui membri si erano organizzati, previo accordo, con l'intento di commettere crimini particolarmente gravi e per coordinare attività criminali di altri.

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