Focolari. Cambiare dal di dentro

Anche oggi, spesso, come all’inizio della sua storia, si ha difficoltà a cogliere quello che è il Movimento nella Chiesa e nella società. Intervista al Bernhard Callebaut, autore di “La nascita dei Focolari. Storia e sociologia di un carisma (1943-1965)” che verrà presentato a Sophia domenica primo ottobre

Nel quadro di LoppianoLab 2017, presso l’Aula Magna dell’Istituto Sophia domenica mattina 1 ottobre verrà presentato il nuovo libro edito da Città Nuova per la collana “Per-corsi di Sophia”: “La nascita dei Focolari. Storia e sociologia di un carisma (1943-1965)”. Un lavoro che per la prima volta tenta uno studio della storia dei Focolari dagli inizi al 1965, anno in cui la Chiesa cattolica accoglie definitivamente questa nuova “mobilitazione religiosa” come parte di sé, riconoscendo il suo contributo nella dinamica che da sempre la abita.  Ne parliamo con l’autore dell’opera, il sociologo belga Bernhard Callebaut, docente di Fondamenti di sociologia all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano.

Che legame si può cogliere tra la presentazione di questo libro e l’edizione di LoppianoLab 2017, che si interroga sull’esigenza di un radicale cambiamento nell’architettura della convivenza?

Penso ci sia un legame profondo tra il lavoro che ho concluso e il tema di LoppianoLab. Si tratta, in fondo, di riflettere sul cambiamento a partire dalla storia di un carisma, parola che nel linguaggio del Nuovo Testamento significa dono, dono di Dio. La sociologia poi ha ripreso e ampliato questo concetto per arrivare a distinguere, nelle dinamiche sociali, quelle che sono una semplice ripetizione e trasmissione di idee ed esperienze ricevute dal passato, e quelle che sono invece realmente nuove, parte di una nuova produzione culturale e sociale. In realtà, la ricerca contemporanea afferma che ci troviamo sempre davanti ad una situazione mista, tra tradizione e invenzione. Accade allora che un carisma forte sia in grado di condurre una società, o una parte della società, a riscrivere le regole del gioco, pur senza cambiare tutto e tutto d’un colpo. Sta in questo il compito di una analisi approfondita, perché spesso, sotto le apparenze, vengono in luce elementi di cambiamento che sono di grande portata. Ma che erano non subito visibili.

Qual è la risposta della società al cambiamento?

Si sa che le società digeriscono con fatica grandi cambiamenti rivoluzionari e che un peso inerziale è sempre presente. Allo stesso tempo una società cambia di continuo. Si può certamente leggere anche la storia dei Focolari in questa prospettiva: a Trento, negli anni Quaranta quando tutto è cominciato, ma anche negli anni Cinquanta in Italia, i Focolari almeno in parte sono stati considerati come un fattore di cambiamento inutile o incomprensibile, un elemento di disturbo. Soprattutto nell’ambito ecclesiale, l’accoglienza ha avuto registri molto diversi. Ma constatiamo che i membri dei Focolari non si sono mai riconosciuti come vittime.

Come sono state affrontate queste difficoltà?

Chiara Lubich utilizzava spesso immagini come quella della gravidanza per spiegare le difficoltà che suscitava il discorso dei Focolari a confronto con un’esperienza sociale ed ecclesiale più tradizionale. Era ben cosciente che non ripeteva solo formule del passato; nessuno, nessuna autorità ecclesiale le aveva chiesto di parlare di unità o di prendere di mira, come fece, al cuore della sua proposta di vita, il passo del Nuovo Testamento sull’abbandono di Gesù in croce.

Ecco “l’invenzione”, per così dire, almeno agli occhi di un osservatore esterno. Anche se Chiara stessa non racconterà le cose così e, quando le sarà possibile, affermerà con forza di aver risposto in prima persona ad una chiamata dall’Alto che le era stata affidata. Eppure, messa alla prova a lungo, non si è mai sentita vittima: è un dato interessante.

Quale linea ha seguito Chiara Lubich?

Ha scelto di continuare a sostenere il cambiamento, dal di dentro. Desiderando continuare ad interpretare il “nuovo” di cui si sentiva testimone e protagonista, di cui avvertiva la forza ecclesiale e sociale, e comprendendo in modo sempre più chiaro che stavano emergendo, dentro i fatti di quella esperienza comunitaria, anche nuove regole, ha voluto farlo in modo che tutta la grande realtà della Chiesa cattolica e non solo, potesse usufruirne. Ha scelto di generare un “cambiamento”, ma dal di dentro, di offrire una profezia, ma dal di dentro, cosciente che il carisma che portava non aboliva i doni del passato ma si innestava su quelli e in qualche modo li rigenerava.

La mattinata di domenica a LoppianoLab mette a fuoco il tema dell’impatto dei Focolari in un orizzonte ampio…

Penso che nel 1965 i Focolari fossero ancora soprattutto una promessa, una realtà embrionale, eppure prorompente. Anche oggi, spesso, si ha difficoltà a cogliere quello che sono i Focolari nella Chiesa e nella società. A mio parere, può essere utile prendere in considerazione ciò che scrisse il filosofo Karl Jaspers, quando nel 1949 scrisse di una “età assiale”, nell’antichità, segnata dal prendere forma di un percorso culturale che si era distanziato dalle prime grandi civiltà imperiali, con i filosofi greci e alcuni grandi profeti dell’Antico testamento, Confucio e Lao Tzé, Zarathustra e Budda, intorno al 500 a.C. La domanda di Jaspers è: assistiamo oggi ad una seconda età assiale? Siamo alle soglie di un nuovo salto spirituale? Forse sospettava che si stesse preparando qualcosa di fondamentale in questa direzione; intuiva che quelle grandi religioni costituivano quasi una forza centrifuga che aveva spinto a maturazione le rispettive civiltà, mentre ora intravvedeva i primi sintomi di un cammino di convergenza, in cui l’esperienza religiosa diventa centripeta. Forse è per questo che si è detto che l’incontro di Assisi, convocato da Giovanni Paolo II nel 1986 con i leader di tutte le religioni, rimarrà il simbolo di una nuova epoca. Un mondo globalizzato dall’economia e dalla tecnologia, che si riscopre popolato da un’unica umanità, reclama un nuovo spirito di unità, dove l’unità è allo stesso tempo pieno rispetto della distinzione. E là dove i processi sociali esigono una nuova esperienza e un nuovo pensiero sull’unità, e sfidano dunque la stessa comprensione che abbiamo di Dio, un carisma come quello dei Focolari può contribuire con la propria voce. Dove tutto questo ci porterà, certo non lo sappiamo. La regia dell’attuazione di un carisma, come del cammino della Chiesa, supera le nostre limitate risorse.

 

Domenica 1 ottobre 2017, Aula Magna dell’Istituto Universitario Sophia, ore 10.00 – 12.00

Presentazione del libro: “La nascita dei focolari. Storia e sociologia di un carisma (1943 – 1965)” – di Benhard Callebaut – Collana Percorsi di Sophia, Città Nuova Editrice, 2017

 

Interverranno:

Jesùs Moran, copresidente del Movimento dei Focolari

Tiziano Vecchiato, sociologo, Fondazione Zancan, Padova

Shahrzad Houshmand, teologa islamica

Modera: Aurora Nicosia, Direttrore Città Nuova

 

 

 

 

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