Fiocco azzurro a Ostana dopo 28 anni

Il registro dei nuovi nati è rimasto sotto la polvere, nello scaffale del Comune, aspettando di essere aperto. Segnali di speranza per la cittadina piemontese e il territorio ai piedi del Monviso nelle parole del sindaco Giacomo Lombardo
Fiocco azzurro (foto Ansa)

Per quasi tre decenni, il registro dei nuovi nati è rimasto lì, chiuso, in attesa, quasi intoccabile. Poi, a Ostana, è arrivato lui, Pablo. E il suo nome, iscritto nei registri di quello che è uno dei 200 "borghi più belli d'Italia", ha fatto il giro del mondo. «Proprio così – racconta il sindaco Giacomo Lombardo, 72 anni –. Da 28 anni a Ostana non nasceva un bambino. Abbiamo vissuto lo spopolamento, siamo stati tra i paesi montani del Piemonte più colpiti dall'abbandono. Tutti se ne andavano, tutti a lavorare a Torino o a Cuneo. Fino a 20 anni fa. Poi è iniziato un lento “ritorno”. E l'arrivo di Pablo è per noi un motivo di festa, grandissima festa. Il paese torna a vivere. E Pablo ha premiato i nostri sforzi per far rinascere Ostana».

 

 

Una storia come poche altre nelle Alpi. Che ha attraversato i cinque continenti. Non solo i canali Rai e Mediaset hanno dedicato ampio spazio al fiocco azzurro così atteso ai piedi del Monviso. Ai 1.200 metri del Comune della Valle Po, 50 km da Cuneo e 80 da Torino, sono arrivati giornalisti di Cnn, Bbc, Sky, ma anche giornali polacchi, svedesi e argentini. Flusso continuo su Twitter e Facebook, sulla pagina "Ostana" invasa dai complimenti e dalle congratulazioni alla famiglia. 

 

 

Una storia di grande amore quella tra Silvia e Josè, genitori di Pablo. Lui fisioterapista arrivato dalla Spagna per trovare lavoro a Torino, lei invece dipendente in Regione dove si occupava della direzione Ambiente e di progetti Ue. Insieme un sogno: quello di gestire un rifugio in montagna. Così si sposano e poi, dopo aver lasciato tutto, decidono di trasferirsi lontano dalla città e vivere ad Ostana – che così passa da 72 a 74 abitanti – e di occuparsi del Rifugio Galabèrna. Con loro anche la figlia di 4 anni, che era la più piccola residente in paese, fino alla nascita del fratellino che ora le ha sottratto il primato. «Il loro arrivo per Ostana è stato come una rivoluzione – continua Lombardo –. Prima non avevamo un bar, tutti avevano chiuso. Loro hanno aperto rifugio e ristorante. Moderno e innovativo per certi versi». 25 posti letto, aperto tutti i giorni, quasi tutto l'anno. È qui che si è concentrata la festa per l'arrivo di Pablo, alla quale hanno preso parte anche Giorgio Diritti e Fredo Valla, registi, autori di quel Il vento fa il suo giro che sul grande schermo ha raccontato una delle storie più drammatiche, complesse e commoventi del mondo occitano in cui Ostana è immerso, alimentando con iniziative e progetti il mantenimento di cultura e lingua.

 

 

«Siamo piccoli ma abbiamo capito come possiamo crescere – riflette il primo cittadino –. Abbiamo investito nel recupero dei borghi alpini abbandonati, con fondi europei e incentivando il recupero di privati che abitano fuori Ostana. Abbiamo realizzato un centro benessere che stiamo concludendo. Con la Galaberna e altre associazioni tra le quali Pro Loco e Alpini, realizziamo quasi cento manifestazioni l'anno. Crediamo nell'Unione montana di Comuni e siamo certi che per i nostri piccoli centri sia necessaria una politica diversa, che li valorizzi al posto di vessarli con norme assurde e tagli».

 

 

Lombardo, raccontando della rinascita del suo paese e dell'arrivo di Pablo, lo ha detto in tutti i modi nelle ultime settimane. «Qui stiamo strappando terreni al bosco, rendendoli coltivabili. Abbiamo il problema della frammentazione fondiaria e di un sistema fiscale che per la montagna, per chi vive e fa impresa qui, o apre un negozio, un bar, non può essere uguale a quello della città. L'ho detto e continuerò a lavorare con altri sindaci per invertire la spirale dell'abbandono, anche culturale e sociale, non solo fisico. Ma ora – sorride Lombardo, insignito a gennaio del premio Giacomo Vassallo in memoria del sindaco di Pollica ucciso da un agguato camorristico – dobbiamo sorridere. L'arrivo di Pablo, con quell'impolverato registro dell'anagrafe che ho riaperto, è il migliore segnale di speranza per Ostana e per la montagna del Piemonte».

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