Festa del cinema

Roma celebra dal 14 al 24 ottobre l’edizione numero 16. Star, novità italiane e tanti film per i giovani.

Come sta il nostro cinema? In ripresa decisa, sperando che le sale tornino a riempirsi. All’anteprima di Io sono Babbo Natale di Edoardo Falcone se ne è avuta una conferma. Il film è piccolo, una favola deliziosa, evangelica si direbbe – la citazione sui bambini c’è davvero all’inizio – dove l’ultimo Gigi Proietti, grande tra il burbero e il malinconico, si trova a convivere con un ladro in via di ravvedimento, che ha il corpo lungo e la faccia rugosa di Marco Giallini. Un lavoro delicato, fiabesco, con sugo.

Ma già l’apertura fa ben sperare. Infatti, in una rassegna dove sono presenti ben ventidue registe, spicca l’interpretazione davvero stupenda di Jessica Chastain in The Eyes of Tammy Faye, ossia la celebre telepredicatrice americana – reale, sostenuta anche da Reagan – che si sente investita da un carisma particolare e per anni convince milioni di gente a seguire la via cristiana, e a fare donazioni. In segreto però lei e il marito (Andrew Garfield) si arricchiscono, vivono una vita anche amorale, imbrogliano, poi vengono arrestati, prosciolti e le loro figlie ancora fanno le telepredicatrici. Potenza della società americana, bisognosa di credere ai supermen anche religiosi e di una religiosità basata sulla ipocrisia e su un autoconvincimento psicologico pericoloso. Dio è mescolato con il denaro, il sesso e la politica e il film diretto abilmente da Michael Showalter lo dice chiaramente.

Spagna e Grecia hanno prodotto un lavoro molto interessante e a suo modo una denuncia riguardo al cuore duro dell’Europa.

Mediterráneo, diretto con autentica passione e abilità tecnica da Marcel Barrena, è un’altra storia reale, di oggi. Nell’autunno 2015 due bagnini di Barcellona, Oscar – rugoso, testardo – e Gerard – appena diventato padre di un bambino – vengono colpiti dalla foto straziante di un bambino annegato durante gli sbarchi clandestini nel Mediterraneo. Vincono paure e remore e vanno a Lesbo, dove trovano indifferenza da parte della gente e delle autorità ed anche ostilità. Nessuno vuole salvare le migliaia di profughi che arrivano da terre, come la Siria, a cui l’Europa vende armi per fare la guerra. I due insieme ad Esther – figlia di Oscar con cui ha un rapporto difficile –, Nico ed altri lavorano e lottano per convincere le autorità, che non hanno volontà di agire e si richiamano all’Europa assente, a dare una mano. Scoraggiamento, tensione, rabbia sono i sentimenti che via via invadono i l gruppo che alla fine riesce a costituire l’attuale Ong Open Arms, diretta appunto da Oscar Camps.

Film coraggioso, che sveglia la nostra coscienza anche per la crudezza delle scene, le morti dei bambini, la disperazione delle madri che cercano i figli perduti, i naufragi drammatici in contrasto con i turisti che sono una autentica stonatura dell’ipocrisia europea, la quale, come dirà Oscar, è ancora solo “un mercato” e null’altro. Film di denuncia ma anche di speranza, adatto ad iniziare la rassegna romana.

Il programma della Festa è ricco e distribuito in città. Ci sono alcuni film su cui si punta: C’MonC’Mon di Mike Mills con Joaquin Phoenix nei panni di un giornalista che intervista bambini sul mondo, Passing di Rebecca Hall su due donne di colore a New York, Libertad di Clara Roquet, Belfast che sembra il più bel film di Kenneth Branagh nella sezione Alice in città, quella dedicata a ragazzi e giovani e la vera novità della Festa romana dalla nascita. Poi, incontri con personaggi: Tarantino, Bellocchio, Guadagnino, Jessica Chastain, ricordi (Manfredi, Proietti, Monica Vitti), il semprerverde Claudio Baglioni e l’icona – ormai – Carlo Verdone. Ce n’è per tutti. Buona rassegna.

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