Come farò tra dieci anni?

Riuscire a pensare e pensarsi nel futuro, vuol dire sognare, progettare, immaginarci e immaginare oltre il presente

Ricerche sostengono che avere un progetto aumenta la probabilità di essere felice, ma se non sappiamo da dove iniziare, cosa ci permette di fantasticare e di proiettarci nel futuro?

Non tutti hanno le idee chiare sul lavoro dei propri sogni o se ce l’hanno non è detto che subito si riesca a concretizzare. La società postindustriale chiede di essere flessibili, i giovani spesso si trovano a fare tantissime esperienze e con molta difficoltà si specializziamo in qualcosa.

Il proprio progetto professionale può anche scontrarsi contro un mercato del lavoro in crisi, con condizioni di lavoro poco dignitose o magari con la paura di una libera professione. Il contesto può offrirti poche o molte possibilità, si possono cambiare i piani, ma avere una visione futura dà un forte slancio nell’approcciare alle cose e nel fare delle scelte professionali aumentando di gran lunga la possibilità di fare il lavoro che si desidera.

Il primo passo per iniziare a “creare” è prendere conscienza della propria storia e delle competenze pregresse sviluppate, in contesti formali e informali cioè attraverso gli studi o esperienze di vita e di lavoro. Se per varie condizioni le esperienze e le conoscenza sono ancora da acquisire si ha il presente da vivere pienamente, dove sperimentarsi per comprendere bene cosa si vuole fare occorre esplorare.

Dopo aver fatto chiarezza sulle caratteristiche personali, sulle passioni e sulle competenze possedute, ecco alcuni passi che possono aiutarci:

  1. Riflettere su ciò che desideriamo veramente, ci sono desideri apparenti, quelli che desideri perché forse soddisfano le richieste o le aspettative esterne e desideri reali che nascono dal profondo, sentimentalmente forti e motivanti.
  2. Studiare. L’alimentatore della creatività è la conoscenza, non smettiamo mai di leggere, informarci e studiare.
  3. Tiriamo fuori le idee, saper pensare sarà fondamentale anche nel lavoro futuro. Il mondo non ha bisogno di critiche, ma di buone idee.
  4. Guardarci attorno e definire gli “alleati”, persone con cui condividere le idee, che possono darci consigli o da cui imparare.
  5. Prendiamoci uno spazio per sognare, partiamo dalla “fine”, dal progetto realizzato.
  6. Scriviamo. Buttiamo giù idee e bozze di progetti su carta o pc, scrivere aiuta a rielaborare e chiarire le idee, quando si riusce a farle diventare un costrutto comprensibile e ricco di senso sarà un’idea che funziona!
  7. Dona (quale saper fare puoi donare che può essere utile alla società? ) e mettiti in moto, offri la tua competenza agli altri, nel dono costruisci un “noi” che sarà alla base della tua felicità.

La progettualità si deve mettere necessariamente in azione e spesso ti chiede cambi di rotta, sterzate, coraggio. Una volta chiarite le idee non è detto che si apriranno immediatamente le porte o a volte si potranno aprire porte inaspettate, ma ci sarà la passione e la forza per costruire.

Ricordiamoci sempre che il progetto non deve piacerci solo nella sua meta finale, ma deve soddisfarci nel suo processo, la strada che percorriamo avrà la bellezza del presente. Come disse il giovane poeta Mattie JT Stepanek «anche se il futuro sembra lontano, in realtà comincia proprio adesso».

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons