Falsi o veri, costano troppo

Verifiche sulle indennità dei disabili, protesta del CoorDown: guidate solo dal bisogno di far quadrare i conti.
Disabili

La crisi economica continua a mietere vittime: non c’è categoria debole che non ne stia facendo le spese. Questa volta tocca agli invalidi: troppi, a giudizio dell’Inps, e non tutti con handicap significativi. La manovra varata dal governo aveva di mira le false invalidità, ma poi quando si tratta di soldi è un po’ come con le ciliegie: l’una tira l’altra, e gli interventi tesi a verificare i diritti legittimi si sono risolti in visite “sommarie e sbrigative”, dirette più che altro a far quadrare i conti della Previdenza sociale.

 

Tale è il tenore della protesta di tante associazioni di settore, come il CoorDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down) per il quale le Linee guida pubblicate dall’Inps lo scorso luglio «più che a individuare i falsi invalidi, sembrano tese a restringere il campo delle persone alle quali viene concessa l’indennità».

 

Fare i conti in tasca non è simpatico, ma se le recenti statistiche affermano che il 55 per cento delle famiglie italiane fatica ad arrivare a fine mese, l’aggravio dei figli disabili privati di indennità renderà la vita di alcune di queste famiglie ancora più difficile. E se, come è noto, la crisi pesa più sensibilmente sugli anziani, i molti che, a seguito delle revoche dell’Inps, si ritroveranno privi dell’indennità di accompagnamento dovranno affrontare i loro ultimi anni di vita in un disagio e una solitudine ben maggiori di quelli che pure presentivano. Ancora una volta non sono gli obiettivi espliciti ad essere sbagliati, ma quelli sommersi e asociali che sembrano guidare le scelte economiche del nostro Paese.

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